Perché nessuno in Italia parla di Khaled El Qaisi, cittadino italiano arrestato lo scorso 31 agosto dalle autorità amministrative israeliane dei Territori Occupati? Khaled è a tutti gli effetti un cittadino italiano, oltre ad essere traduttore e impegnato nel Centro di Documentazione Palestinese, di cui è uno dei fondatori, e studente del corso di laurea triennale in Lingue e civiltà orientali dell’Università La Sapienza di Roma.
Non si sa perché sia stato arrestato, non si sa per quali ragioni venga trattenuto. A oggi Khaled El Qaisi è un cittadino italiano innocente, che ha trascorso con la famiglia parte delle sue vacanze presso i suoi partenti e amici in Cisgiordania, dov’è nato. La corte del Tribunale di Rishon Lezion, non lontano da Tel Aviv, si è limitata a confermare e prolungare l’arresto fino al 14 settembre, mentre le ragioni del medesimo restano ignote.
Khaleld non è solo. Israele detiene in flagrante violazione del diritto internazionale e del giusto processo 5000 palestinesi, di cui oltre 1200 senza accusa né processo. Amnesty Inyernational ripete che “serve una risposta forte a livello internazionale”.
Dov’è il Governo italiano sempre pronto a difendere “prima gli italiani”? Non vorremmo pensare che qualcuno sia meno italiano per il suono del cognome o per la pelle scura. Dove sono i presunti intellettuali pronti a immolarsi per difendere i compatrioti? Così sembra proprio il mondo al contrario, come scrive quel fine scrittore del generale Vannacci. No?