“Che problema c’è? Imparerà!”. Era questa la voce che circolava nei corridoi del Parlamento quando la meloniana Chiara Colosimo è diventata presidente della Commissione Nazionale Antimafia, e qualcuno faceva notare l’esperienza nulla della deputata sul tema. Imparerà, certo e probabilmente mentre si istruisce avrà occasione di rendersi conto dell’inutilità di certa propaganda della sua parte politica.
Ieri la presidente era con l’intera Commissione in missione a Foggia, per ascoltare il prefetto, i magistrati e le associazioni antimafia del territorio. Nell’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno Colosimo parla dell’importanza dello Stato, della necessità di non sottovalutare la “quarta mafia” pugliese e poi si lancia in una dichiarazione: “Bisogna essere irreprensibili. Voglio ribadire un concetto per me fondamentale: non esiste niente di peggio di un politico che finisce in un’indagine per mafia. Ma, allo stesso tempo, non mi convince la gogna tardiva. – dice Colosimo – Vorrei arrivare progressivamente all’utilizzo del controllo preventivo sempre, e per tutti, sulle candidature. Non credo sia utile, dichiarare gli impresentabili a campagna elettorale finita. Voglio dare la possibilità ai partiti di poter vagliare e scegliere prima i possibili candidati”.
Colosimo dovrebbe spiegare questo semplice concetto alla sua maggioranza che per anni ha bombardato i controlli della Commissione antimafia sulle candidature bollandole come “giustizialismo”. E magari potrebbe invitare i leader dei partiti di governo a non minimizzare la questione. Sta imparando, sì.