Serve una sinistra nazional-popolare. E Fassina lancia una scuola politica

Fassina: "Nazione, patria e famiglia sono dimensioni da recuperare nel senso profondo della Costituzione".

Serve una sinistra nazional-popolare. E Fassina lancia una scuola politica

L’area progressista non può permettersi il lusso di stare soltanto sulla congiuntura politica. Certo, l’attacco al Governo Meloni è imprescindibile, come lo è la faticosa costruzione di convergenze nelle forze dell’opposizione. Ma vanno affrontate le cause di fondo che, ovunque non soltanto in Italia, alimentano “il vento di destra”.

Da domani a Roma un confronto sull’identità progressista. Per un’alternativa vincente alle ricette delle destre

Vanno guardati in faccia i dati di realtà: la distanza tra sinistra e popolo è agghiacciante. L’unico legame residuo nell’area “progressista” è tenuto, con difficoltà, dal M5S. I dati sul reddito medio degli elettori di ciascun partito nelle grandi città, l’ambito meno impervio per l’area progressista, sono insopportabili (vedi grafico sotto, fonte: Franco Mostacci, www.francomostacci.it). La sinistra in tutte le sue declinazioni intorno al Pd, arroccata sul medesimo paradigma cosmopolita, euro-federalista, post-umanista, rimane chiusa in un circuito sociale alto e lontano dalle periferie sociali delle quali dovrebbe essere naturale riferimento. Sono fatti noti. Si prova a reagire.

scuola fassina

Pur necessario, non è sufficiente ribaltare il posizionamento del Pd sulle policy: dal Jobs Act al RdC. Si deve muovere dalla lettura della fase. E poi va affrontato il piano della visione. Altrimenti, l’agenda programmatica è sterile. Rimaniamo nel recinto sociale della minoranza privilegiata, con l’avamposto precario del M5S. Siamo in un’altra Storia. Tutto cambia. Siamo nel tempo della de-globalizzazione.

La configurazione liberista assunta dal capitalismo nell’ultimo trentennio, incentrata sull’unipolarismo USA e propagandata subito dopo l’89-91 come “fine della storia e l’ultimo uomo”, è diventata insostenibile sul piano sociale, ambientale, spirituale e di gerarchia internazionale: alimenta la rivolta delle classi medie spiaggiate, mette a rischio la sopravvivenza dell’umano, da forza geo-politica e militare, oltre che economica, ai Brics. Siamo nella stagione del disincanto, della delusione, della rabbia verso il progressismo inteso come miglioramento naturale delle sorti dell’umanità, ma divenuto minimalismo sociale, screditamento del sacro e accoglimento in chiave libertaria-consumistica dell’innovazione tecnologica guidata dal profitto, fino allo snaturamento dell’umano.

Fassina: “Nazione, patria e famiglia sono dimensioni da recuperare nel senso profondo della Costituzione”

La chiave interpretativa della stagione in corso diventa la protezione sociale ed identitaria. È assillante la domanda di comunità per dare rifugio ad un io illuso dal miraggio individualista del capitalismo liberista. Nazione e Patria, come pure famiglia, sono dimensioni imprescindibili della persona, da recuperare nel senso della nostra Costituzione. Quindi, le basi essenziali per fermare l’autonomia differenziata e per cooperare con le altre Nazioni e le altre Patrie ad ognuna delle quali “appartiene” uno specifico popolo di un continente plurale, irriducibile ad un unico popolo europeo. Da qui, si impone una visione realistica delle prospettive possibili per l’Ue.

Diventa decisiva la conquista di una qualche autonomia nel quadro della Nato al fine di concorrere a promuovere un ordine internazionale multilaterale, orientato a garantire la pace e il diritto a non emigrare. Insomma, è il tempo di una sinistra “nazionale-popolare” al fine di arginare la religione delle mercificazione della vita e l’attrazione per il ripiegamento reazionario della destra. Sono i temi della IV edizione della scuola di formazione politica promossa da Patria e Costituzione insieme alle riviste di cultura politica La fionda e Fuori collana, da domani al 10 settembre a Roma (info: www.patriaecostituzione.it).

L’autore dell’Articolo è presidente dell’associazione Patria e Costituzione ed ex viceministro dell’Economia