di Oscar Valori
Un servizio ristorazione “indigesto” per le già fragili economie del bilancio comunale. E’ quello che l’amministrazione municipale di Milano ha affidato sin dal 2009 alla filiale italiana del colosso francese Edenred, ai tempi denominato Accor Service Italia S.r.l. E’ di questi giorni la delibera di prosecuzione dell’affidamento del servizio ristorazione dedicato agli oltre 15mila dipendenti dell’ente. L’appalto originario parte a fine 2009: affidamento con la formula del “contratto aperto”, per erogare ristorazione mediante “servizio sostitutivo di mensa presso locali di ristorazione privati” e servizio mensa presso mense interaziendali di proprieta’ dell’Ente.
L’appalto milionario
L’appalto, aggiudicato all’associazione temporanea d’imprese tra la capogruppo Accor e la mandante Oliosi S.r.l., avrà durata massima fissata in 39 mesi. Il valore complessivo? Un totale presunto di circa 27 milioni di Euro oltre IVA. Il capitolato definisce, come da regolamento, i corrispettivi stessi di aggiudicazione: un costo di 6,82 Euro oltre IVA per il pasto intero e di 4,10 oltre IVA per quello ridotto (pagato per i 2/3 dall’ente).
La “beffa” dello sconto
E’ di queste settimane la determinazione dirigenziale con cui Palazzo Marino conferma di voler proseguire l’appalto, che per decisione dell’azienda sta “garantendo” un bel risparmio al portafogli dei dipendenti e allo stesso Ente : uno sconto di un centesimo di Euro appena sul costo del pasto completo, erogato nelle mense comunali. E in caso di pasto non completo? Nessuno sconto applicato da Edenred, colosso con casa madre in Francia e che in Italia eroga ben 280 milioni di voucher all’anno.
Un centesimo appena di sconto dunque sul pasto dei dipendenti comunali, per un appalto che dal primo ottobre al 31 dicembre 2013 porterà nelle casse dell’azienda ben 2,3 milioni di Euro IVA inclusa. La ciliegina sulla torta di questo “affare” pubblico? Il fatto che l’azienda, con il consenso dell’Ente, abbia secondo le norme di Legge adeguato il costo dei propri pasti sulla base della rivalutazione ISTAT FOI (“famiglie di operai e impiegati”). Come a dire, da una parte si aumenta e dall’altra si sconta. Ma di un bel centesimo di Euro…