La manovra rischia di essere dimezzata. Non solo per i pochi soldi a disposizione, ma anche per le tempistiche. E rischia di essere dimezzato anche il taglio del cuneo fiscale: gli stipendi potrebbero quindi diventare più bassi a metà del prossimo anno.
Nella legge di Bilancio non ci saranno le svariate promesse elettorali delle destre, come chiarito ormai più volte dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E quelle che verranno mantenute – come la conferma del taglio del cuneo fiscale – lo saranno solo parzialmente. Così gli aumenti in busta paga potrebbero sparire dopo giugno, ovvero una volta passate le elezioni europee.
Una manovra complicata
La manovra “complicata”, come l’aveva definita il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, inizia a prendere forma. Sono confermati tagli e austerità, con il Parlamento che avrà pochi margini d’intervento. Il deficit sale dal 4,5% al 5%, giustificando questo incremento con l’impatto del Superbonus. Poi, per il 2024, l’obiettivo è riportare il deficit al 3,7%.
Stipendi dimezzati, ipotesi taglio del cuneo solo per sei mesi
Il governo, secondo quanto riporta la Repubblica, ha chiesto ai suoi tecnici una simulazione sulla proroga del taglio del cuneo fiscale solamente per il primo trimestre del 2024. Il taglio riguarda quasi 14 milioni di lavoratori dipendenti e porta un beneficio che può essere al massimo di 100 euro al mese.
La conferma per tutto l’anno costerebbe 15,6 miliardi lordi e 11,2 al netto delle tasse. Per sei mesi sarebbero sufficienti 5,6 miliardi netti. Proprio questa è l’ipotesi considerata più probabile oggi, rimandando ogni decisione su cosa fare dopo solamente in seguito alle elezioni europee: a quel punto si potrebbe anche pensare di eliminare o ridurre lo sgravio contributivo per provare ad arginare la perdita in busta paga con la riforma dell’Irpef.
Stipendi, bonus e tredicesima: cosa può succedere prima della manovra
In attesa di capire quale sarà l’intervento in manovra, il governo sta pensando anche un decreto da approvare prima della legge di Bilancio. Questo provvedimento potrebbe contenere l’introduzione del bonus benzina da 150 euro per i redditi bassi, da finanziare grazie ai maggiori incassi dettati da Iva e accise.
Nello stesso decreto potrebbe arrivare anche la detassazione delle tredicesime, ma rivolta a una platea limitata. Più difficile, invece, l’ipotesi di prorogare gli sconti in bolletta in scadenza a fine settembre.