Ci sarà con ogni probabilità la prossima settimana un vertice in Procura, a Roma, per fare il punto sull’inchiesta ancora aperta sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980, alla luce delle ultime rivelazioni – già fatte in passato anche da Cossiga – dell’ex premier Giuliano Amato.
I pm della Procura di Roma che indagano sulla strage di Ustica potrebbero ascoltare l’ex premier Amato
Un incontro a cui prenderanno parte, in base a quanto si apprende da fonti di Procura, il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, l’aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio, quest’ultimo titolare del fascicolo aperto nel 2008 in seguito alle rivelazioni dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga legate al coinvolgimento dei francesi nell’abbattimento del Dc9 Itavia.
L’obiettivo del vertice programmato dai magistrati della Capitale è valutare eventuali spazi di manovra e l’eventuale opportunità di sentire l’ex premier Amato dopo le sue affermazioni dei giorni scorsi a Repubblica, ribadite anche ieri nel corso di una conferenza stampa.
“Andiamo avanti. Certo non nega nessuno che ancora in Italia ci siano delle teste e delle menti che hanno non detto e non hanno voluto rivelare, ma l’importante sarebbe capire che era la gravità dell’azione che si stava compiendo che ha indotto le forze diverse, anche all’interno del nostro Paese, pensiamo non lo so ai servizi segreti, agli uomini politici, ma su questo le indagini sono già state fatte” ha detto a Sky Tg24 la presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti.
“Chiederemo alla Meloni di riceverci”
“Adesso siamo a questo punto – ha aggiunto Bonfietti -, è chiaramente evidente che anche l’Italia ha collaborato a far sì che questa verità non si sapesse” ha aggiunto Bonfietti. Alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha proseguito la presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica, “chiedo innanzitutto di riceverci, così parliamo meglio e vediamo di capire l’ordine di grandezza dei problemi correttamente con le carte in mano, con le attività e con le azioni che ogni organo dello Stato può fare in questo momento. E quindi mi piaceva davvero che ci si potesse confrontare per indurre dei comportamenti positivi e di una certa determinazione e forza nei confronti dei Paesi amici e alleati”.
“Io credevo nel 2008 che cadesse finalmente il muro di gomma – ha aggiunto Daria Bonfietti – che aveva avvolto questa vicenda, come ha detto benissimo Andrea Purgatori in tutti questi anni, e invece non è successo. È successo giustamente che la magistratura abbia riaperto le indagini ma che dopo 15 anni sono ancora in corso e allora il grande amico Giuliano Amato ha detto: se non ci arriva la magistratura dopo 15 anni chiediamo alla politica”.
“La politica chieda conto ai Paesi amici ed alleati”
“Amato – conclude – dice insieme a noi che siamo stanchi di aspettare, sono passati 43 anni e abbiamo delle dichiarazioni importanti che se la magistratura non riesce a darci la fine delle indagini, a cosa abbiano portato queste indagini, ci vada la politica a chiedere conto ai Paesi amici ed alleati. Stiamo parlando di Francia, ma io parlo anche di America, di Inghilterra, di Belgio, che la Nato ci ha detto essere presenti quella notte nei nostri cieli”.