Il governo sta lavorando a una stretta sul possesso di armi per i minori. A spiegarlo è il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un’intervista al Messaggero.
Partendo dal blitz di Caivano, Piantedosi spiega che oggi ci sono “giovani che impugnano le armi e le usano per motivi futili, senza alcun rispetto per la vita altrui”. E proprio per questa ragione, a suo avviso, il governo deve intervenire e sta lavorando per “varare un pacchetto di misure per garantire più sicurezza nelle nostre città”.
La stretta di Piantedosi sui minori armati
Piantedosi spiega la necessità di contrastare il “fenomeno crescente e preoccupante dell’uso di armi da parte di giovanissimi”, ritenuto uno dei temi fondamentali da affrontare.
Secondo il ministro dell’Interno, “l’operazione di polizia – come nel caso di Caivano – non può essere l’unico strumento di intervento, ma bisogna offrire nuove e migliori opportunità ai giovani del territorio”. Il che vuol dire dare “risposte sul piano sociale, educativo, culturale e delle infrastrutture sportive”.
Ora l’esecutivo sta discutendo l’ipotesi di introdurre “norme più efficaci sul piano sia della prevenzione che della repressione, coniugando appieno l’assoluta esigenza del recupero del minore”.
Nel frattempo si punta a un incremento delle forze in campo a Caivano, ma anche in altri luoghi come Afragola e Frattamaggiore. Sul tema si sofferma anche il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini: “Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni”.
Secondo Salvini “abbassare l’età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne”.