Ora l’Arabia Saudita piace (quasi) a tutti. I soldi sauditi ieri sono stati al centro delle discussioni con la politica e le imprese, con il ministro Adolfo Urso entusiasta del forum Italo-Saudita sugli investimenti, a Milano.
Urso ha incontrato il ministro degli investimenti dell’Arabia Saudita. Al centro dei colloqui possibili interventi del Fondo Sovrano di Riyad
“Con il ministro degli investimenti dell’Arabia Saudita mi sono confrontato sulla possibilità che il loro Fondo Sovrano, o comunque fondi di investimento sauditi, possano partecipare agli investimenti, in partnership che saranno realizzate attraverso il fondo strategico per le filiere del made in Italy. C’è una disponibilità ad un confronto già immediato per quello che riguarda la loro partecipazione, anche attraverso la partnership di investimenti con il fondo strategico per il made in Italy, che è in corso di istituzione perché dobbiamo aspettare il voto del parlamento”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Nelle scorse settimane – ha aggiunto Urso – ho parlato con altri Paesi tradizionalmente investitori attraverso fondi sovrani o altra tipologia di fondi, in Italia e in Europa e credo che ci sia molta attenzione alle possibilità esistenti proprio sulle filiere strategiche del made in Italy”.
Venti gli accordi firmati con i sauditi solo ieri
Venti gli accordi firmati solo nella giornata di ieri. Gongola ovviamente il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “Pare che oggi ci sia a Milano un importante summit. Mi fa piacere leggere le parole del ministro Urso sulla partnership strategica con Arabia Saudita e ricordarmi quello che diceva tre anni fa”, ha detto Renzi. I diritti umani? Non sono un problema. Proprio ieri negli USA Areej al-Sadhan, la sorella di un cooperante scomparso e poi condannato a 20 anni di carcere, ha denunciato X, l’ex Twitter, di aver aiutato l’Arabia saudita a commettere gravi abusi dei diritti umani contro i suoi utenti, rendendo disponibili, per esempio, i loro dati su richiesta delle autorità molto più frequentemente di quanto non accade negli Usa, in Gran Bretagna e in Canada.
Intanto Italia Viva prepara le corsa alle Europee grazie alle destre che vogliono limare al 3% il quorum
Nel giorno dell’Arabia Saudita accolta festante in suolo italiano, Renzi ha pensato di lanciare la sua candidatura alle prossime elezioni europee. “Italia Viva non lascia ma raddoppia con Il Centro“, ha annunciato il leader del partito dato oggi sotto il 2% in conferenza stampa. Per questo l’ex premier punta sulla sponda della maggioranza, che a sorpresa ha aperto sulla riduzione del quorum per le Europee al 3%. La candidatura, comunque, è “contro” qualcuno, com’è nella natura del senatore toscano. Nella circoscrizione di Milano, in particolare, “perché voglio vedere in faccia quelli della sinistra pronti al referendum contro il Jobs Act”, ha detto Renzi, incastrato nelle sue ripicche personali. Sarà una bella occasione per pesarsi, se accadrà davvero.
Tutto ruota (solo) intorno al petrolio. L’importante è lavare l’immagine con l’aiuto di politici (Renzi in primis) e la nuova leva del calcio. Il campionato saudita si spreme per assumere calciatori che prima di tutto, prima ancora di giocare a calcio, devono promuovere l’immagine dei sauditi nel mondo. La cosiddetta “primavera araba” decantata da Renzi e Cristiano Ronaldo non è nient’altro che “sportwashing” legato al petrolio.
Ciò che conta è raccontare i sauditi come Paese democratico che non sono, a suono di petroldollari con l’aiuto di sportivi influenti (l’allenatore Mancini in primis). Sostenere il fossile costa – i sauditi lo sanno bene. Ma ciò che conta è avere i soldi per farlo. E gli appoggi politici. Così dopo Renzi hanno trovato anche il governo Meloni col ministro Urso. Perché ciò che conta è vendersi come “Made in Italy”, sponsorizzato da una delle peggiori autarchie del mondo.