Buste paga da fame, a Milano sotto indagine Cosmopol

La Procura di Milano commissaria l'istituto di vigilanza Cosmopol per stipendi sotto la soglia di povertà.

Buste paga da fame, a Milano sotto indagine Cosmopol

Il salario minimo in Italia, in mancanza della politica, è sempre di più un affare della magistratura. Da Milano prosegue l’azione della Procura e del Tribunale contro il fenomeno del caporalato e sfruttamento dei lavoratori. Ieri i finanzieri del comando provinciale del capoluogo lombardo hanno eseguito un decreto di controllo giudiziario, emesso d’urgenza dalla Direzione distrettuale antimafia, nei confronti della Cosmopol Spa, società che opera nel settore dei servizi di vigilanza privata.

La Procura di Milano commissaria l’istituto di vigilanza Cosmopol per stipendi sotto la soglia di povertà

Le indagini hanno portato alla luce “fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, realizzati attraverso un assiduo sfruttamento dei dipendenti perpetrato, approfittando del loro stato di bisogno”, si legge nella nota firmata dal procuratore capo Marcello Viola. L’accusa nei confronti dei vertici della Cosmopol è di aver corrisposto al personale “retribuzioni ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”.

La Procura contesta l’applicazione di minimi salariali che già diverse sentenze hanno dichiarato incompatibili con l’articolo 36 della Costituzione italiana. Si tratta di un contratto di 5,49 euro lordi orari che da otto anni attende di essere rinnovati. Siamo ben lontani dai 9 euro all’ora nella proposta di legge sul salario minimo presentata dalle opposizioni. Secondo l’Istat, sono oltre 3 milioni i lavoratori con retribuzioni orarie al di sotto dei 9 euro lordi, e tra gli operai si tratta di un lavoratore su quattro.

Nel mirino anche il colosso della vigilanza lombardo che corrisponde meno di sei euro l’ora

Un mese fa a finire sotto accusa è stato il colosso della vigilanza privata Mondialpol, per avere “corrisposto al proprio personale retribuzioni ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”. Allora la Procura evidenziò una “situazione di illegalità aggravata dall’elevato numero di lavoratori coinvolti, nonché di concorrenza sleale posta in essere dalla società”, che ha portato il pm a disporre in via d’urgenza il controllo giudiziario”.

A giugno era toccato alla Servizi Fiduciari, cooperativa aderente al consorzio Sicuritalia Group Service, leader nel mercato italiano della sicurezza e della vigilanza privata. I magistrati avevano riscontrato una paga di 5 euro lordi all’ora e minacce per chi osava lamentarsi. La Guardia di Finanza evidenziò fatturati addirittura raddoppiati grazie allo sfruttamento. Basterebbe il salario minimo, insomma. Ma il Governo latita.