Chi aveva il minimo dubbio che una certa politica ha campato per anni – e ancora continua a farlo – sulla pelle dei migranti, ieri ha avuto un’altra prova di questo miserabile sistema. Dalle parti di Salvini è trapelata un’irritazione senza precedenti verso la Meloni per l’estromissione della Lega dal dossier sull’accoglienza.
La pratica, da sempre cara al Carroccio, è stata rifilata al sottosegretario Mantovano, in quota FdI. La mossa pare una reazione alle azioni di disturbo elettorale – il caso Vannacci su tutte – in vista delle prossime Europee. E con gli sbarchi al massimo di sempre, una qualunque iniziativa per rigettare in mare un po’ di carichi residuali (così chiama i migranti il ministro Piantedosi) può spostare un notevole consenso.
Dopo aver coltivato per anni la paura, gonfiando sulle tv i reati degli extracomunitari, e aver convinto milioni di italiani che questi poveracci ci tolgono pure il lavoro, le destre contano molto, dunque, su questa leva. Perciò il partito che potrà usarla avrà un vantaggio sugli altri. E pazienza se gli arrivi continueranno.
Per giustificarli sono pronte le solite menzogne: dal blocco navale vietato dai cattivoni dell’Europa fino al destino cinico e baro che non fa partire il Piano Mattei, cioè uno sviluppo istantaneo dell’economia africana dovuto a qualche promessa a Libia e Tunisia.
Illusioni belle e buone senza i miliardi del Fondo monetario e di Bruxelles, che il governo di Roma non riesce ad attivare. Un flop che però nelle urne non fa male, almeno fin quando la propaganda riuscirà a scaricare le colpe altrove.