Marcello De Angelis è di nuovo al centro della bufera per le sue canzoni antisemite e i suoi post che inneggiano a Himmler. Valerio Novelli, consigliere regionale M5S del Lazio, De Angelis dovrebbe fare un passo indietro?
“È indispensabile che si dimetta o venga rimosso dal suo incarico. Già le dichiarazioni di inizio agosto, con le quali ha cercato di inquinare una verità giudiziaria che diverse sentenze hanno appurato, sono state gravissime, inopportune e inaccettabili. Oggi i nuovi particolari che emergono danno il quadro raccapricciante del contesto culturale in cui si muove De Angelis: difesa dei valori fascisti, antisemitismo, razzismo, nazismo, inneggiamento all’Olocausto. È inaccettabile che De Angelis ricopra un ruolo che è sì, fiduciario, ma istituzionale. Perché il responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione non rappresenta il presidente, rappresenta tutti i cittadini del Lazio e ciò rende le cose ancora più gravi”.
Chiederete le sue dimissioni e direte a Rocca di rimuoverlo dal suo incarico di capo comunicazione della Regione Lazio nel consiglio straordinario già convocato per l’1 settembre?
“Le chiederemo con forza, come peraltro abbiamo già fatto. Tra l’altro ancor prima che scoppiasse il caso di inizio agosto, sono stato l’unico consigliere che in Aula ha dichiarato la propria contrarietà per la nomina inopportuna di De Angelis, considerato ciò che rappresenta. Se è già di per sé deprecabile che per De Angelis l’identità fascista sia un valore da difendere, è vergognoso parlare di “razze” ed è ignominioso celebrare le gesta di un criminale di guerra. Una persona che la pensa così non può avere un ruolo di rilievo in una Istituzione democratica”.
De Angelis si è scusato per la sua vecchia canzone, sostenendo che in questi 20 anni è diventato un’altra persona: gli credete o pensate che le sue idee non siano affatto cambiate?
“Risale a poco più di un anno fa il post in cui glorifica Himmler, non sembra che ci sia stato un radicale cambiamento. Le scuse di De Angelis appaiono come un patetico tentativo di rimanere attaccato ad una poltrona da 110mila euro all’anno e perpetrare un deprecabile familismo amorale, assumendo i propri parenti nel suo staff”.
Può un personaggio del genere, che inneggia ancora al fascismo e al nazismo, ricoprire ruoli istituzionali? Non crede che il problema, al di là del singolo, riguardi tutte le destre che non si muovono, Meloni compresa, dopo questi casi?
“Ben sappiamo come in certi cerchi magici, anche meloniani, rientrino spesso alcuni personaggi che sono appartenuti alla destra eversiva. E abbiamo diversi esempi proprio in Regione Lazio, come Ivan Boccali, nominato da Rocca presidente dell’Ente Parco dei Castelli romani, che oltra a rivendicare il suo “orgoglio fascista” sui social, ha scritto che il napalm sarebbe stata “l’unica soluzione” per il campo nomadi di Ciampino. Anche in questo caso ci sono legami familiari con l’associazione che fa capo al terrorista NAR Luigi Ciavardini. Ma questa volta la presidente del Consiglio dovrà prendere una posizione. Il caso De Angelis non può rimanere circoscritto alla Regione Lazio, perché le sue posizioni sono un’offesa alla nostra Costituzione”.
Anche i giovani di Forza Italia hanno protestato. Perché il presidente Rocca si ostina a difendere De Angelis come avvenuto anche per il post sulla strage di Bologna?
“Questo bisognerebbe chiederlo a lui ed è ciò che faremo il prossimo 1 settembre nel corso del Consiglio straordinario. Certo è che se il presidente della Regione Lazio, continuerà a far finta di niente vorrà dire che condivide le idee del suo responsabile della Comunicazione, o quanto meno non inorridisce davanti ad esse”.