Dopo la breve pausa estiva, torna a riaccendersi lo scontro tra il governo e le Ong. A far detonare le polemiche sono stati i tre fermi per la durata di 20 giorni disposti nei confronti di altrettante imbarcazioni delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Il primo episodio risale al 21 agosto quando la nave Aurora della Sea watch anziché dirigersi a Trapani, ossia nel porto indicato come sicuro dal governo, ha attraccato a Lampedusa dove ha fatto sbarcare 72 migranti.
Dopo la breve pausa estiva, torna a riaccendersi lo scontro tra il governo e le Ong
Martedì è toccato alla nave della Open arms che è arrivata a Marina di Carrara con 196 naufraghi mentre l’ultimo episodio risale a ieri quando, per la violazione del decreto di Matteo Piantedosi che non consente i recuperi plurimi in mare di migranti dopo l’indicazione del porto di approdo in Italia, alla Sea-eye 4 è stata notificata una multa e il fermo amministrativo per 20 giorni in quanto il suo equipaggio ha salvato 114 persone in tre operazioni di salvataggio consecutive.
Organizzazioni non governative che non ci stanno a questa politica muscolare del governo e che ieri hanno criticato l’esecutivo italiano. Il primo affondo è arrivato da Open arms che ha raccontato che mentre si stava dirigendo verso Carrara, come indicato da Roma dopo aver soccorso alcuni migranti su un gommone, ha ricevuto l’avviso di un altra imbarcazione in difficoltà con 132 persone a bordo. “Lo abbiamo comunicato a Roma” ma “ci hanno hanno detto che dovevano rispettare il decreto” e proseguire la navigazione fino a Carrara.
Ma l’equipaggio ha chiesto “informazioni per sapere se qualcuno” stesse seguendo il caso e “ci hanno detto che la nostra assistenza non era necessaria perché c’erano dei mezzi di soccorso nella zona dell’autorità competente”. Non avendo “avuto indicazioni su quali” fossero e quando sarebbero arrivate, “abbiamo deciso di verificare la situazione e siamo riusciti a incontrare l’imbarcazione” e “adesso ci troviamo a parlare di un problema amministrativo” invece di persone che potevano affogare in mare spiega Angelo Selim, primo ufficiale di coperta della Open arms. Lo stesso spiega che non si poteva ignorare che il barcone era in “sovraccarico e imbarcava acqua” con i passeggeri che si trovavano sia “nella stiva che sopra” in una “situazione molto pericolosa” in quanto “spesso succede che le persone a bordo quando avvistano” un’altra nave, “dalla parte bassa salgono e la nave si capovolge”.
All’arrivo a Marina di Carrara “io e il comandante e il capo missione siamo stati interrogati per 7 ore” e poi “ci hanno comunicato il fermo amministrativo della nave”. “Quanto accaduto” prosegue Open arms “ci appare davvero incredibile, non solo perché sanzionare una nave umanitaria che non ha fatto altro che soccorrere vite umane viola qualunque Convenzione internazionale, il diritto del mare e i principi alla base delle nostre Costituzioni, ma anche perché questo conferma che in mare non esistono più regole. Le navi umanitarie si trovano in balia di scelte arbitrarie e del tutto incostituzionali, per cui a volte vengono chiamate a fare le veci della Guardia Costiera, altre sono, invece, oggetto di sanzioni e fermi amministrativi”.
Cosa ancor più grave, conclude la ong, “nell’ultimo mese, in risposta alle richieste di supporto da parte della Guardia costiera italiana, la Open Arms ha effettuato fino a 7 operazioni di soccorso in un giorno, tutte coordinate dalle autorità italiane. Oggi, senza alcun motivo e in modo del tutto incoerente, ci viene imposto l’obbligo di un solo soccorso in applicazione del Decreto Meloni”. Critico anche il presidente di Sea-Eye, Gorden Isler, secondo cui: “Siamo nuovamente accusati di aver effettuato più di un’operazione di salvataggio. Se non lo avessimo fatto, le persone avrebbero perso la vita (…).
Opposizioni sulle barricate. Per la Schlein l’esecutivo ha inventato il reato di solidarietà
È importante tenere presente che questa legge è stata scritta esclusivamente per le organizzazioni di soccorso in mare. È contraria al diritto internazionale, che obbliga un capitano a soccorrere le persone in pericolo in mare”. Dure anche le opposizioni con la segretaria dem, Elly Schlein, che tuona: “Ricevere una multa e un fermo amministrativo per aver salvato più vite umane di quelle autorizzate” si traduce nel fatto che “il decreto del governo Meloni ha inventato il reato di solidarietà”.
“È un decreto che vuole rendere più difficile salvare vite e viola il diritto internazionale del mare. Si chiede supporto alle Ong ma al loro arrivo le si sanziona e criminalizza (…). Si fa la guerra alle Ong che stanno solo sopperendo alla grave assenza di una missione Ue nel Mediterraneo. E in Europa il governo muto. Non credo ci sia altro da aggiungere di fronte ad un Governo che ritiene una colpa salvare vite e non un dovere morale”, conclude Schlein.