Era la notte del 24 agosto del 2016. Esattamente sette anni fa. Una notte che milioni di italiani, tutti quelli del Centro Italia, ricordano perfettamente. Svegliati da un terremoto che ha devastato la zona di Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli. A causa del sisma del Centro Italia sono morte 299 persone, con 41mila sfollati e danni per 28 miliardi. Oggi, a sette anni da quel drammatico evento, la ricostruzione è ancora in alto mare.
Lo ammette il commissario straordinario, così come lo fa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che parla di un’accelerazione, ma i cui risultati sono ancora ben lontani. Quali sono allora i ritardi e tutti i numeri della ricostruzione post-sisma?
La ricostruzione del Centro Italia, Meloni ammette i ritardi
Sottolineando il suo cordoglio, la presidente del Consiglio ammette che a sette anni dal terremoto “la ricostruzione è ancora incompiuta: è una ferita che non si è chiusa e fa ancora male”. Ci sono ancora oggi “diversi ritardi da colmare e criticità che rimangono da affrontare”. Meloni afferma che il governo “sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri”, dando “un nuovo impulso alla ricostruzione privata”.
La presidente del Consiglio concentra la sua attenzione sul programma NextAppennino, che starebbe “dimostrando che è possibile mettere a terra le risorse pubbliche per stimolare investimenti privati e gettare le basi di un nuovo sviluppo”. Certo è che, però, “molto rimane da fare”.
Tutti i numeri della ricostruzione post-sisma
Il commissario straordinario per la ricostruzione, Guido Castelli, ha ammesso che molto è stato fatto, ma anche che “sappiamo che non basta”: “Moltissimo resta ancora da fare” per la ricostruzione. Castelli accusa anche chi lo ha preceduto, implicitamente: “In questi anni abbiamo registrato troppe false partenze e alcune gravi criticità esterne che hanno ritardato la ricostruzione”, come la pandemia e l’inflazione.
Allo stesso tempo la struttura commissariale fornisce alcuni dati sulla ricostruzione, partendo dal fatto che a luglio è stato registrato il record di erogazioni per la ricostruzione privata: 131 milioni. E nei primi sei mesi del 2023 sono stati stanziati 611 milioni allo stesso scopo.
Il primo dato, però, è tutt’altro che positivo: ancora oggi ci sono 14.211 nuclei familiari rimasti fuori dalle loro case, parliamo di oltre 30mila cittadini. Finora sono state presentate 28.855 richieste di contributo, a fronte di circa 50mila attese. Il decreto di concessione è arrivato per 17.478.
L’importo richiesto si attesta a 11,11 miliardi di euro: 6,6 sono stati concessi e 3,3 liquidati. I cantieri aperti sono oltre 17mila, di cui 9mila si sono conclusi.
A 7 anni dal terremoto di Amatrice, la situazione nel Lazio
La zona più colpita è stata quella di Amatrice, nel Lazio. In questa regione le richieste di contributo presentate sono state 3.059, di cui 1.761 concesse. L’importo richiesto è stato pari a 1,04 miliardi di euro, con concessioni per 755 milioni. L’importo liquidato si attesta a 324,1 milioni. I cantieri avviati sono 1.761 e quelli conclusi 828.
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, parla della ricostruzione definendola, per la sua giunta, una “priorità assoluta”. “Stiamo lavorando per recuperare il tempo perduto”, afferma Rocca, per dare “risposte immediate e concrete alla popolazione”.
Anche l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi, parla di ricostruzione “ferma ai nastri di partenza”, con i “territori del cratere” che “aspettano risposte concrete”. Per Rinaldi “il tempo delle promesse è finito da molto” e “occorre agire con determinazione dopo sette anni di silenzio e di fronte a una ricostruzione disorganizzata”.