Prima le polemiche scaturite da alcune frasi sconcertanti contenute nel libro del generale Roberto Vannacci, poi la faida che spacca il Centrodestra tra chi sostiene la decisione del ministro Guido Crosetto di rimuovere il militare e chi prende le difese di quest’ultimo. Poi, per non farsi mancare nulla, l’inchiesta interna volta ad accertare i fatti annunciata con una nota dall’Esercito stesso. Si tratta di quello che le forze armate definiscono un atto dovuto “ai sensi degli articoli 552 e 553 del testo unico dell’ordinamento militare”.
Passano i giorni ma non accennano a diminuire le polemiche sul caso del libro del generale Vannacci che sta infiammando la politica italiana
Passano i giorni ma non accennano a diminuire le polemiche sul caso che sta infiammando la politica italiana. Le ultime novità sono proprio l’inchiesta interna e l’avvicendamento, deciso ieri, del generale di divisione Vannacci al cui posto è stato nominato il generale di divisione Massimo Panizzi. Quest’ultimo, nel mantenere le funzioni di Comandante dell’Area Territoriale del Comando delle Forze Operative Terrestri, ha assunto anche il comando dell’Istituto geografico militare di Firenze.
Tale provvedimento, come spiega l’Esercito, è di “natura amministrativa” ed è stato adottato “per tutelare sia l’Esercito sia il generale Vannacci, sovraesposto mediaticamente dalla vicenda legata al suo libro”. Una notizia, quella dell’inchiesta interna, che è stata commentata con favore dalle opposizioni con il capogruppo Pd in commissione Difesa, Stefano Graziano, che su X ha scritto: “Bene l’inchiesta interna per generale Vannacci. La libertà di parola non c’entra nulla. Ci sono le regole e le leggi. Lo dico a Salvini e alla parte di destra che attacca Crosetto. Libertà di odiare e allergia alle regole, questa è la destra” e che si auspica “velocità per il procedimento disciplinare”.
Dopo quanto accaduto e vista la gravità delle frasi definite ‘sessiste’, in un Paese normale la vicenda si sarebbe esaurita con la decisione di Crosetto di rimuovere dall’incarico il generale Vannacci. Ma incredibilmente questa mossa del ministro della Difesa è diventata il terreno di scontro all’interno della maggioranza di governo che si è divisa tra chi sostiene il cofondatore di Fratelli d’Italia e chi prende le parti del militare, come Matteo Salvini e il meloniano Giovanni Donzelli, invocando una non ben chiara ‘libertà di pensiero’.
Una diatriba su cui è intervenuto sui social il presidente di Libdem Europei, Andrea Marcucci, facendo notare che è “incredibile ma vero, il governo della destra fa una cosa giusta, e la maggioranza, che evidentemente non ci è abituata, litiga. Il ministro Guido Crosetto interviene giustamente sul generale Vannacci, e Fratelli d’Italia e Salvini attaccano il ministro, e non il generale che ha scritto cose incredibili. Un uomo dell’Esercito rispetta le Istituzioni, prima di tutto. Bene il ministro Crosetto, malissimo Matteo Salvini ed i suoi amici di Fratelli d’Italia”.
Crosetto mette nel mirino chi gli ha sparato contro
Davanti alle infinite polemiche che gli vengono mosse dalla maggioranza, il ministro Crosetto è tornato a difendersi dalle colonne del Corriere della Sera. “Rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa doveva agire così. Non ho parlato da esponente politico ma da rappresentante delle istituzioni” ha spiegato Crosetto. Lo stesso ha poi rivelato che “consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate, e i valori costituzionali e repubblicani”, aggiungendo che “il cambiamento di funzioni io non l’avrei nemmeno fatto, proprio per spegnere il caso ed evitare che Vannacci diventasse un martire. Ma le assicuro che le persone con cui ho parlato e che poi hanno agito avrebbero preteso molta più durezza”.
Rispetto al ‘fuoco amico’ del Centrodestra ha tagliato corto: “Non considero amico nessuno di quelli che hanno parlato di me, mistificando la realtà. Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Così come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci senza discutere le mie scelte”.
“Lungi da me impedire il diritto di opinione di chiunque, cittadino o politico. Ma io non ho parlato da politico, non ho fatto alcun calcolo. Sono e faccio il ministro della Difesa. Ho giurato di servire con fedeltà e onore lo Stato, le leggi e la Costituzione” ha concluso il ministro. Parole che evidentemente non hanno chiuso il caso perché per tutto ieri si sono susseguite dichiarazioni al vetriolo tra le diverse correnti che agitano il Centrodestra.
“Esprimo la mia più totale solidarietà a Guido Crosetto, che si è mosso da uomo delle istituzioni. Il libro? Non lo leggerò, mi è bastata la quarta di copertina. I libri si leggono se ti danno l’impressione di arricchirti e questa opera al più ti impoverisce. Sono geloso del mio patrimonio culturale e quindi non posso perdere tempo”, ha spiegato a Repubblica il vicepresidente forzista della Camera, Giorgio Mulè.
Gli fa eco Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che a Rtl 102.5 ha spiegato che “in questa circostanza, non si mette in discussione il diritto di esprimere opinioni: è un punto scontato. (…) I miei genitori mi hanno insegnato che se hai una responsabilità, devi stare attento anche alle responsabilità degli altri”, concludendo: “Personalmente, ritengo che il ministro della Difesa Crosetto abbia fatto bene a dare un demansionamento all’interno dell’esercito. A differenza di Salvini, non ho intenzione di acquistare il libro né di leggere quanto scritto da Vannacci”.
Le opposizioni all’attacco: non ne fanno una giusta
Del tutto diversa la posizione degli esponenti della Lega – e di alcuni uomini di FdI – che continuano a fare muro difendendo il generale demansionato, di fatto criticando le decisioni di Crosetto. Tutte ragioni per le quali il senatore M5S Marco Croatti e Gabriele Lanzi, referenti pentastellati per l’Emilia-Romagna, in una nota hanno tuonato: “Le inaccettabili e vergognose dichiarazioni del generale Vannacci hanno immediatamente trovato accoliti tra le forze politiche di destra. Evidenziando una volta di più come omofobia, razzismo, misoginia continuino a rappresentare il background culturale di una fetta non marginale di alcune forze politiche, con alcuni rappresentanti che hanno colto l’occasione per mostrare il loro vero volto retrogrado e reazionario” svelando il vero volto della destra italiana.