Probabilmente quello di oggi è un nulla di fatto, un modo per prendere anche tempo. E le opposizioni escono insoddisfatte (con qualche eccezione) dal confronto con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che non ha fatto proposte alternative sul salario minimo, ma ha detto di puntare a un percorso “celere ma attento” per arrivare a una proposta condivisa, da fare coinvolgendo anche l’ormai dimenticato Cnel.
Per il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, va bene che Meloni voglia rivolgersi al Cnel per provare a capire cosa fare, ma in ogni caso bisogna procedere nella direzione del salario minimo per il presidente pentastellato. E le posizioni fredde del governo non sembrano gradite, da questo punto di vista, che ritiene che la presidente del Consiglio “non abbia le idee chiare”.
Meloni rilancia il confronto sul lavoro povero
Al termine dell’incontro ha parlato anche la stessa Meloni, ribadendo che il suo è stato un “segnale di attenzione e di rispetto” su una “materia che sta a cuore”, ovvero quella del lavoro povero. La presidente del Consiglio, comunque, ribadisce che a suo giudizio il salario minimo non è la soluzione al problema del lavoro povero.
Salario minimo, restano le distanze tra Meloni e opposizioni
Le distanze tra maggioranza e opposizioni restano, anche se c’è chi – come il leader di Azione Carlo Calenda – ritiene quella dell’esecutivo come un’apertura. Per +Europa e Sinistra italiana interpellare il Cnel è un modo per “buttare la palla” in tribuna.
Il confronto è durato circa due ore. Meloni ha spiegato che in 60 giorni è possibile coinvolgere le parti sociali per arrivare a una proposta di legge condivisa. Meloni vuole quindi un percorso con il Cnel, che richiede più tempo del previsto.
Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, il governo non ha una sua proposta sul salario minimo, al contrario di quanto si attendeva la leader dem. Le opposizioni hanno ribadito la loro proposta di legge, ma per Schlein “non sono arrivate risposte né proposte alternative”.
Le opposizioni andranno avanti nella loro battaglia e rilanciano la raccolta firma, come sottolineato sia da Conte che da Schlein. Il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ribadisce la contrarietà di Forza Italia alla proposta di legge sul salario minimo, pur ribadendo la volontà di aumentare i salari.