È morta, ieri sera a Roma, all’età di 51 anni, la scrittrice e attivista Michela Murgia. Come aveva rivelato lei stessa in un’intervista al Corriere, era affetta da carcinoma renale al quarto stadio. Nata in provincia di Oristano, a Cabras, nel 2009 aveva pubblicato per Einaudi Accabadora con cui vinse il premio Campiello. La sua ultima pubblicazione, edita con Mondadori la scorsa primavera, è Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi.
La scrittrice e attivista Michela Murgia si è spenta ieri sera a Roma all’età di 51 anni. Nel 2009 vinse il premio Campiello con Accabadora
L’impegno politico ha animato la sua vita pubblica. Di formazione cattolica, Michela Murgia nel 2014 si è presentata come candidata alla presidenza della Regione Sardegna, arrivando terza con il 10% circa delle preferenze. Successivamente, alle elezioni europee del 2019, ha sostenuto La Sinistra (LS). Lo scorso maggio, pochi giorni dopo aver pubblicamente informato del suo stato di salute, in un post su Instagram ha scritto: “La queerness familiare è una cosa che esiste e raccontarla è una necessità sempre più politica, con un governo fascista che per le famiglie non riconosce altro modello che il suo”. A luglio con rito civile si è sposata “in articulo mortis” con il regista Roberto Terenzi.
“Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda – aveva scritto sempre su Instagram Michela Murgia – non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo”. Con la sua famiglia queer, circondata dalle persone del suo cuore e dagli amici più cari tra cui Roberto Saviano, aveva festeggiato nel giardino di casa. Tutti, nel segno dell’inclusione, indossavano vestiti bianchi.