L’intervento del governo sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti si sta rivelando un completo flop. Il costo di benzina e diesel, infatti, continua a salire nonostante dal primo agosto sia in vigore l’obbligo di esposizione dei cartelli del prezzo medio. Eppure, nonostante l’entrata in vigore delle misure volute dall’esecutivo, in sette giorni di obbligo si sono registrati sette giorni consecutivi di aumenti, come sottolinea il presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo. Che senza mezzi termini parla di “avvio fallimentare del decreto” introdotto dal governo per una maggiore trasparenza e con la speranza di portare a una riduzione del costo del carburante. Riduzione che, evidentemente, per il momento proprio non c’è.
I nuovi rincari sulla benzina
Il prezzo dei carburanti continua a salire proprio nei giorni dell’esodo estivo. Secondo i dati elaborati da Quotidiano Energia il prezzo medio per la benzina in modalità self ieri è salito a 1,937 euro al litro (era a 1,933 nella rilevazione precedente) e quello del diesel, sempre in modalità self, è passato da 1,799 a 1,816 euro al litro. Per il servito si sale ben al di sopra della soglia psicologica dei due euro per la benzina (2,070 di media nazionale), mentre per il diesel vengono raggiunti gli 1,950 euro al litro con un costante aumento che preoccupa gli automobilisti e le associazioni a difesa dei consumatori.
Il fallimento del governo sui prezzi dei carburanti
L’aumento dei costi del carburante è costante dall’inizio di agosto, quando è entrato in vigore il decreto Trasparenza. E proprio in un periodo in cui per gli automobilisti salgono i costi con gli spostamenti dettati dalle vacanze. Di Vincenzo sottolinea il fallimento del provvedimento introdotto dal governo Meloni: “Se il buon giorno si vede dal mattino, allora il cartello del prezzo medio rischia di non essere la panacea di tutti i mali annunciata dal ministro Adolfo Urso”, responsabile delle Imprese e del Made in Italy.
Il presidente della Fegica sottolinea che il prezzo del gasolio è aumentato di 0,041 euro al litro sulla rete ordinaria e di 0,036 su quella autostradale, mentre per la benzina l’incremento è di 0,017 euro al litro su entrambe le reti. Per Di Vincenzo ora l’esecutivo Meloni “deve assumersi la responsabilità di governare con serietà e non spacciare scorciatoie senza uscita per soluzioni di sistema”. Come a dire che il decreto sull’esposizione del cartello del prezzo medio non ha avuto alcun successo e che la questione del prezzo dei carburanti, dopo lo stop allo sconto sulle accise, deve essere affrontata con interventi più decisi.