Alla fine le scuse da parte di Marcello De Angelis per il suo post sulla strage di Bologna sono arrivate. Anche se non è detto che siano sufficienti, soprattutto di fronte all’ira di Giorgia Meloni: come riportato dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, la presidente del Consiglio “non era felice” delle parole del capo comunicazione in Regione che ha ribaltato quanto accertato a livello giudiziario sulle responsabilità neofasciste della strage. Inoltre anche le scuse di De Angelis appaiono quantomeno parziali.
Il post di scuse di De Angelis
Di nuovo su Facebook, De Angelis prova a ritrattare, in vista dell’incontro con il presidente Rocca previsto proprio per questo pomeriggio: “Intendo scusarmi con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili”.
De Angelis parla di “affermazioni che possono essere fraintese per l’enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed è stata rinfocolata in questi mesi”. Non manca un attacco nei confronti dei “giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista – pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza – infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile”.
Il capo comunicazione della Regione Lazio continua: “Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la presidenza della nostra Repubblica”. Un riferimento al capo dello Stato, Sergio Mattarella, che solo poche ore prima aveva evidenziato le responsabilità neofasciste nella strage di Bologna.
La strage di Bologna
Sulla strage di Bologna, De Angelis dice che la sua “unica certezza è il dubbio. Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto”.
Parlando anche del fratello, De Angelis prosegue: “Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi”.
Il capo comunicazione della Regione Lazio ribadisce il suo “rispetto per la magistratura”, chiedendo però che “tutti abbiano diritto a una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate”. Il post si chiude con nuove scuse “nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri”.