Napoli è la città con il maggior numero di persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza. Conosco Napoli più delle mie tasche, perché ci sono nato, ci ho vissuto e ci vivo, ho fatto il pubblico ministero nella mia città e soprattutto sono stato il sindaco più longevo della storia di Napoli dal 1806 ad oggi. Tra i percettori non ci sono divanisti, persone antropologicamente dedite all’ozio, ci può sicuramente essere qualche furbetto e anche truffatore, pure dei criminali, ma di gran lunga inferiori per pericolosità e forse anche per numero ai furbetti, ai truffatori e ai criminali che negli anni si sono succeduti negli scranni del Parlamento.
Con la cancellazione del Reddito di cittadinanza il governo guidato da Giorgia Meloni conferma che ormai la destra sociale non esiste più
La maggior parte è gente bisognosa, tante sono anche donne che hanno ritrovato dignità ed emancipazione, molto sottoproletariato, periferie, uomini che hanno perso il lavoro o non lo hanno mai trovato. Conosco tanti di questi percettori, le loro vite, avendo fatto il sindaco di strada e tra la gente, ed il loro obiettivo primario non è il reddito di cittadinanza o di inclusione o di povertà, ma è il lavoro, il primo diritto scolpito in Costituzione. Il lavoro che spesso purtroppo non c’è, oppure è in nero, oppure è svolto in condizioni di grave sfruttamento, senza alcuna dignità per la persona umana.
È importante raccontare che Napoli non è più quella di tanto tempo fa dove tanti andavano con il cappello in mano a pietire e chiedere alla politica di turno, è una città che dal 2011 si è emancipata, riscattata, che ha trovato un cammino, grazie ad una buona politica cittadina, ai napoletani che sono stati protagonisti e a tanti di quegli oppressi che percepiscono il reddito. Lo abbiamo fatto senza l’aiuto di alcun governo, di qualunque colore politico, che anzi hanno ostacolato il riscatto di Napoli. Lo abbiamo fatto con la cultura, il turismo, l’economia circolare, le piccole e medie imprese, commercio e artigianato, terziario, agroalimentare.
Se i governi avessero sostenuto la rivoluzione napoletana avremmo avuto anche minori percettori di reddito, non escludo che ci sia stato chi preferisce mettere sempre una catena di appartenenza e non offrire una tenaglia di liberazione. Avendo con la nostra amministrazione trasformato Napoli dalla città di Gomorra e dei rifiuti alla capitale d’Europa che più cresce per cultura e turismo negli ultimi dieci anni, posso con oggettività sottolineare che il reddito di cittadinanza ha aiutato quelle persone che in una città metropolitana così complessa, di tre milioni e mezzo di abitanti, l’area urbana con la più alta densità urbana d’Europa, momentaneamente o cronicamente si sono trovate senza possibilità di sussistenza.
Il reddito di cittadinanza ha avuto una meritoria funzione anche sotto il profilo della legalità. Meno persone hanno accettato di lavorare in condizioni di schiavitù o di forte sfruttamento. Diverse persone sono uscite dal circuito dell’illegalità di necessità. Si è dato un colpo a quel welfare mafioso che interviene quando c’è crisi e povertà. Ed ai tempi di pandemia e guerra la crisi economica ha colpito duramente e non sempre le istituzioni sono intervenute con tempestività, mentre la camorra lo ha fatto avendo liquidità, non ha burocrazia, sa dove andare a bussare e consolida il suo potere con il consenso sociale.
Il reddito quindi non va cancellato, va sicuramente modificato e migliorato. La normativa sul reddito ha miseramente fallito, forse anche per diabolica scelta politica, non solo da parte di chi lo voleva sabotare ma anche da parte di chi lo ha realizzato, nella parte del passaggio da percettore al mondo del lavoro. Una dose di voto di scambio per come è stato pensato esiste e questo è intollerabile. Il lavoro in Italia sta crescendo rispetto a qualche anno fa e non si è fatto quasi nulla per far transitare i percettori del reddito nel mondo del lavoro, creandosi anche una discutibile appartenenza politico-elettorale con chi ti ha dato la possibilità di riprendere a vivere con dignità.
Sarebbe stato certamente preferibile far gestire il reddito ai Comuni che conoscono bene territorio e popolazione, così come è stato fatto durante la pandemia con i buoni spesa. A Napoli fu fatto un lavoro encomiabile, raggiungemmo tutte le fasce deboli e nessun truffatore si infilò nel meccanismo: un lavoro rapido, trasparente ed efficace. Il reddito è una misura di civiltà che va resa universale e sganciata dalle miserie della nostra politica nazionale. Con la cancellazione del reddito, invece, non solo la Meloni conferma che di quella che fu la destra sociale non esiste più nulla in Fratelli d’Italia, che è oggi il principale partito dei poteri forti, ma ha deliberatamente scelto di colpire il disagio sociale e creare le condizioni per un conflitto sociale sempre più forte.
Perché il governo Meloni che voleva cancellare il reddito di cittadinanza non lo ha sostituito con una misura più efficace e addirittura migliorativa? Perché ha umiliato le persone prevedendo misure economiche e sociali offensive per la dignità delle persone? Perché ha cancellato il reddito con una comunicazione brutale? Perché sta attuando un attacco senza precedenti al sud con la cancellazione del reddito, l’autonomia differenziata, l’eliminazione di fondi del Pnrr?
Perché le destre vogliono acuire il conflitto per distrarre l’attenzione da misure di attacco alla Costituzione che stanno mettendo in atto, perché vogliono più repressione e più strumenti per criminalizzare ogni forma di dissenso, intendono rafforzare autoritarismo e giustificare una svolta presidenzialistica che, unita all’attacco alla libertà di stampa e all’autonomia della magistratura, lasciano prefigurare la realizzazione del disegno piduista di ultima generazione. Le opposizioni parlamentari potranno fare poco perché hanno consegnato per le loro insipienze il Paese alle destre, le opposizioni sociali potranno segnare se ne saranno capaci il mutamento del corso della storia. Solo se il popolo tornerà sovrano.