Si parla da decenni di mettere in sicurezza l’ex Ilva e questa volta grazie ai fondi del Pnrr si pensava di poterci riuscire. Peccato che le cose non sono andate come sperato perché tra i 16 miliardi di euro di progetti definanziati dal Piano di ripresa e resilienza, come raccontato dal ministro Raffaele Fitto che comunque ha promesso che i fondi necessari verranno individuati altrove, c’è pure quello che prevedeva la “decarbonizzazione” dell’impianto tarantino.
Cancellati dal Pnrr i fondi destinati alla “decarbonizzazione” dell’ex Ilva di Taranto. Emiliano: “Incomprensibile la scelta del ministro Fitto”
Una decisione che sta scatenando furiose polemiche a cui ha provato a metterci una pezza il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, spiegando che sull’Ilva di Taranto “io per primo ho chiesto lo spostamento di un miliardo sul Fondo di Sviluppo e coesione perché non c’è certezza di riuscire a spendere tutto, in una realtà complicata, entro il 30 giugno 2026, ma c’è l’impegno e lo stimolo a farlo, è garantito”.
Parole a cui ha risposto il presidente della Puglia, Michele Emiliano (nella foto), con un post su Facebook in cui si legge che “solo 5 mesi fa” il governo “aveva dettato le linee guida per la decarbonizzazione di Taranto” e “invece il ministro Fitto sta cambiando le carte in tavola senza coinvolgere il parlamento e i territori”. “Un miliardo di euro è stato spazzato via e non se ne conosce il motivo”, continua il governatore secondo cui il governo “dovrebbe chiedere scusa alle mamme, ai papà e ai bambini di Taranto”.
Emiliano: “Incomprensibile la scelta del ministro Fitto”
“Risulta incomprensibile la scelta del ministro Fitto di eliminare il progetto Dri indispensabile per la decarbonizzazione, finanziato per legge tra l’altro dal Pnrr. Come incomprensibile è la reintroduzione dello scudo penale per proteggere i manager dai rischi di inquinamento derivanti dalla produzione a ciclo integrato” ha aggiunto Emiliano. “E’ necessario reinserire il progetto Dri come strategico per l’industria italiana – ha concluso il governatore – e per lo sviluppo economico del territorio in un’ottica realmente sostenibile e innovativa. La Regione Puglia e la comunità tarantina sostengono fortemente, con impegno, questa prospettiva. Taranto non può più aspettare”.