di Andrea Koveos
Per una discarica che chiude, ce n’è sempre una pronta a riaprire. L’ultimo caso riguarda il Comune di Guidonia Montecelio – località Valpilella – dove la Regione starebbe lavorando a una nuova discarica per rifiuti inerti e impianto annesso. Un progetto tenuto chiuso a chiave in un cassetto e saltato fuori con un’improvvisa convocazione della conferenza dei servizi fissata proprio per oggi. Appuntamento che ha per oggetto la valutazione di impatto ambientale della discarica e dell’impianto. La decisione della Regione ha mandato su tutte le furie il Comune di Guidonia Montecelio che per bocca del suo assessore alle attività produttive, Patrizia Salfa, non le ha certo mandate a dire.
La rabbia dell’assessore
Sono sbigottita – ha detto l’assessore – dal fatto che nei giorni scorsi una serie di enti preposti siano stati invitati dalla Regione Lazio, Area Valutazione impatto ambientale, a partecipare ad una Conferenza dei servizi sul punto, che si apre giusto domani”. Secondo l’assessore tra gli uffici in indirizzo, per ciò che concerne il comune di Guidonia Montecelio c’è solo un non meglio identificato Ufficio tecnico in Piazza Matteotti, 2. “Trovo inaccettabile – ha aggiunto Salfa – che l’unico settore titolato eventualmente a sedere a quel tavolo, ovvero le Attività produttive, non siano state né invitate, né contattate. Un fatto a mio modo di vedere strano se non direttamente finalizzato, e mi auguro di no, ad entrare nelle more delle normative vigenti, al fine di colmare i vuoti procedurali attivando il principio del silenzio assenso”. E del resto per la realizzazione della nuova discarica il Comune si era già espresso in maniera negativa, proprio perché la procedura amministrativa adottata dalla Regione era lacunosa e fuori dai tempi e dalle modalità previste dalla legge.
Buchi da riempire
C’è poi un aspetto più legato all’opportunità di collocare un impianto dei smaltimento dei rifiuti in una zona – quella dei quartieri di Villalba e Villanova – già gravemente compromessa a causa delle attività estrattive del travertino romano, che sono indicate da molti organismi tecnici come il principale responsabile del fenomeno dei sink hole (voragine o avvallamento del terreno che si forma quando un vuoto nel sottosuolo crea una depressione che attira dentro di sé tutto il materiale circostante) di cui questa città è ormai vittima da anni. “Faccio un appello alla Regione – ha concluso Salfa – perché sospenda tutte le nuove autorizzazioni, in attesa di conoscere gli esiti delle verifiche e degli accertamenti avviati dal mio settore, anche per la corretta determinazione delle emissioni in atmosfera e di mancato ritombamento”. Rifiuti a tonnellate, dunque, di ogni genere che il Lazio non riesce a smaltire se non ricorrendo all’aiuto di altre regioni. Malgrado siano stati messi i lucchetti dell’incavo più grande d’Europa, i problemi dello smaltimento dei rifiuti nella Capitale sono tutt’altro che risolti. Tutti i comuni del Lazio sono in allarme con il timore che una nuova Malagrotta possa ricadere nel proprio territorio. Una vera e propria guerra dell’immondizia. Un cerino acceso che nessun sindaco vuole farsi rimanere in mano.