“Questo governo, dopo anni di tagli alla spesa per la Sanità pubblica da parte del centrosinistra, ha aumentato il fondo sanitario nazionale, nonostante le difficoltà economiche legate alla guerra in Ucraina e la crisi energetica: è un chiaro segnale di cambio di indirizzo politico”. Parola del ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista rilascia qualche giorno fa a Libero.
La denuncia del Movimento 5 Stelle: la sanità è al collasso. Col governo Meloni un buco da 15 miliardi di euro
Ora: sarà anche vero, ma il problema è che la sanità pubblica evidentemente annaspa, tra carenze d’organico, strutture fatiscenti e una rete assistenziale sul territorio che non funziona. E a complicare tutto c’è un buco, una voragine che inguaia e non di poco i conti della salute pubblica. Un buco da ben 15 miliardi di euro.
Il grido d’allarme, che arriva tra gli altri dai deputati e senatori del Movimento cinque stelle delle rispettive commissioni Affari sociali, è piuttosto inequivocabile: “Mentre il governo Meloni continua a vaneggiare, sostenendo di aver aggiunto risorse sulla sanità con l’ultima Legge di bilancio, emerge chiaramente dai conti sulla spesa reale che i Fratelli di tagli hanno creato un buco da 15 miliardi. Considerando, infatti, i costi dell’inflazione e del rinnovo del contratto dei medici 2019-2021, registriamo un calo dell’11,5% della reale capacità di spesa. Un’autentica voragine nei conti del Servizio Sanitario Nazionale, che è ormai al collasso, tra liste d’attesa insopportabili, pronto soccorso in tilt e reparti allo stremo. Una situazione drammatica, destinata a ripercuotersi sui pazienti e sugli operatori del settore”. Ma non è tutto.
Le opposizioni avvertono il governo: i 3-4 miliardi aggiuntivi chiesti da Schillaci non basteranno
Come sottolineano i pentastellati, la spesa in rapporto al Pil è in decisa discesa, a dimostrazione di come la pandemia non abbia insegnato niente e, una volta passata l’emergenza, l’esecutivo è “tornato a seguire la fallimentare ricetta che ha caratterizzato i governi precedenti a quelli guidati dal Movimento 5 Stelle: tagli al pubblico, favori al privato, corsa all’autonomia regionale. Sembra che il ministro Schillaci sia pronto a chiedere 3-4 miliardi ulteriori nella prossima finanziaria, ma non basta, è una toppa troppo piccola per riuscire a tappare un buco di quelle dimensioni. Bisogna invertire al più presto la rotta, stanziare le risorse necessarie a raggiungere l’8% in rapporto al Pil, mettere a terra i fondi del Pnrr destinati alla sanità e fermare la corsa all’autonomia differenziata. In caso contrario, il buco diventerà sempre più profondo e finirà per inghiottire la sanità pubblica”. Anche perché, sempre secondo i Cinque stelle, già parliamo di un buco da ben 15 miliardi di euro.
Non è un caso che sul fronte sanitario tutte le opposizioni hanno fatto quadrato. “Il buco nei conti della sanità è enorme e per evitare la bancarotta serviranno ingenti risorse, come avevamo denunciato nella nostra mozione presentata in Senato la scorsa settimana. In questa situazione, in cui si rischia di mandare a picco le regioni, parlare di autonomia è completamente privo di senso”, ha sottolineato non a caso anche la coordinatrice nazionale di Italia viva Raffaella Paita.
Castellone: “L’emergenza numero 1 del Paese è la sanità. Più di 500 ospedali e case di Comunità sono a rischio”
“La nostra sanità nel 2024 è destinata a perdere 15 miliardi a causa dell’inflazione. Più di 500 ospedali e case di Comunità sono a rischio dopo il disastro ‘rimodulazione Pnrr’. Ribadisco: l’emergenza numero 1 del Paese è la sanità. E questo governo non è in grado di affrontarla” ha scritto su Twitter la senatrice del M5S, Mariolina Castellone.
“I finanziamenti aggiuntivi chiesti dal ministro Schillaci non saranno probabilmente sufficienti a tappare il buco”, ha aggiunto. Una situazione disperata e al collasso, dunque. Resa ancora più grave dal continuo grido di aiuto del presidente dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, che anche ieri è tornato a denunciare la situazione di stress e sovraccarico di lavoro che sta colpendo tanti medici, negli ospedali come nel territorio, sottolineando una vera e propria fuga dalla professione. Insomma, pronto soccorso al soccorso, esattamente come i reparti. E il buco da 15 miliardi non aiuta.