Dopo la bocciatura delle istanze per chiedere lo stop al termovalorizzatore di Roberto Gualtieri da parte del Tar, i comitati che si oppongono il progetto non si arrendono. Già presentano un appello al Consiglio di Stato per chiedere lo stop all’opera.
“È stato notificato l’appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza resa dal Tar Lazio che rigettava il nostro ricorso contro l’inceneritore di Gualtieri. I nostri avvocati Antonello Ciervo, Giuseppe Libutti e Michele Trotta hanno fatto un lavoro straordinario per giungere in tempi rapidissimi a questo fondamentale obiettivo, con il deposito dell’appello previsto per oggi”. È quanto dichiarano in una nota congiunta Alessandro Lepidini, portavoce del Comitato No Inceneritore a Santa Palomba e Stefano Zuppello, presidente dell’Associazione Vas.
“Nella prospetta imminenza della pubblicazione del bando di gara della proposta aggiudicataria abbiamo ritenuto indispensabile battere sul tempo Gualtieri al quale non ci resta che dare appuntamento a Palazzo Spada. Ora nessuno potrà invocare di non essere a conoscenza dell’esistenza di fattori ostativi e ancor oggi pendenti rispetto al proseguimento dell’iter” prosegue la nota.
Il termovalorizzatore di Gualtieri non s’ha da fare. I comitati che si oppongono all’opera hanno presentato un appello al Consiglio di Stato
“Il ricorso davanti al giudice di ultima istanza, con richiesta di sospensiva, punta al rinvio in interpretazione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per le censure già sollevate in primo grado e rimaste lettera morta davanti al Tar in merito alla conformità alla normativa europea di settore”.
“Siamo convinti che i principi dell’Unione europea che ancorano l’economia circolare siano stati violati dalle decisioni aberranti del fronte unico dell’incenerimento, raccolto nel totale sostegno a Roberto Gualtieri, possano trovare accoglienza a tutela di principi ormai incardinati anche nella Costituzione della Repubblica quali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
“E al riguardo, basterebbe che riceva cittadinanza il principio di precauzione soprattutto per le decine di migliaia di persone che abitano in prossimità del sito a tutela della loro salute, perché altrimenti sarebbe irrimediabilmente esposta ai pericoli che l’inceneritore porta inevitabilmente con sé” concludono Lepidini e Zuppello.