Ci sono voluti 19 anni per identificare e arrestare gli assassini di Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra. La 21enne fu assassinata in maniera truce durante la prima faida di Scampia solo perché era fidanzata con un loro rivale. La Squadra Mobile di Napoli ha arrestato Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, alias “o Vichingo” al termine di indagini coordinate dalla Dda partenopea e scaturite dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
La 21enne Gelsomina Verde fu uccisa nel 2004 perché fidanzata con uno scissionista che si opponeva al clan Di Lauro
Le accuse sono state notificate nel carcere di Massa Carrara dov’è detenuto De Lucia, mentre Esposito è stato rintracciato dagli agenti della Mobile di Napoli, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, nella sua abitazione di Castelvolturno, in provincia Caserta. Per gli inquirenti i due avrebbero sequestrato e assassinato Gelsomina Verde insieme con Ugo De Lucia e Pietro Esposito, entrambi già condannati per l’omicidio della 21enne.
Gelsomina Verde, accertarono le indagini, era estranea agli ambienti criminali, ma fu lo stesso trucidata a colpi d’arma da fuoco alla testa e poi bruciata in un’auto, perché sentimentalmente legata a Gennaro Notturno, alias “o Saracino”, esponente di spicco dei rivali degli Amato-Pagano.
Con i due arresti notificati oggi dalla Polizia di Stato si chiude il cerchio su questo orrendo omicidio trasversale eseguito dai Di Lauro in quanto gli indagati, secondo gli investigatori, sarebbero gli ultimi due componenti del commando. Le attività investigative che hanno consentito di fare luce sul truce assassinio, ammazzata in maniera efferata il 21 novembre 2004 durante lo scontro armato tra il clan Di Lauro e gli scissionisti degli Amato Pagano, sono ripartite sulla base delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia.