L'Editoriale

Per governare non basta negare

I colleghi della Santanchè, di fronte a una sfilza di motivi per cui non è degna di stare al governo, hanno regolarmente negato l’evidenza.

Per governare non basta negare

Ci sembrava negazionismo. E invece è paraculismo. Il dibattito in Senato sulla sfiducia alla ministra Santanchè ha reso tutto più chiaro. Il clima è diventato tropicale, con un caldo e alluvioni terribili? Nessun problema: a chi non vuole vedere basta far finta di niente. E non serve scomodare gli scienziati, mostrare grafici sulle temperature e ricerche di ogni tipo. I furbi che sanno tutto loro, e quindi non si bevono i complotti dei cinesi o di chissà quale plutocrate per farci cambiare l’utilitaria e inquinare meno, non li convince più nessuno.

Neppure un albero che gli casca improvvisamente in testa o la grandine a luglio che gli sfascia l’auto. Hanno deciso che il surriscaldamento del Pianeta è un’invenzione, e se ogni cosa prova il contrario mettono la testa sotto la sabbia piuttosto che ragionare col proprio cervello. Esattamente come hanno fatto la Santanchè e i suoi colleghi, che di fronte a una sfilza di motivi per cui non è degna di stare al governo hanno regolarmente negato l’evidenza.

Zero dignità, zero pudore e vergogna nel lasciare al suo posto un ministro che in qualunque democrazia occidentale si sarebbe dimessa autonomamente, un minuto dopo l’emergere dei sospetti sui reati per i quali è indagata. Per il potere, d’altra parte, non sono solo certi politici e i loro vassalli a negare clamorosamente la realtà. E l’Ad della Rai, Sergio, che ieri ha cacciato Saviano per una scelta aziendale, e non perché lo scrittore ha criticato Salvini, ne è un esempio perfetto.