di Alessandra Fassari
La scuola italiana scende in piazza per cambiare la legge di stabilità. Obiettivo: più investimenti, rinnovo del contratto nazionale di settore, pagamento degli scatti di anzianità, stabilità degli organici e assunzioni, nuovi sostegni agli alunni disabili. Per questo domani a Roma Cgil, Cisl e Uil, con lo Snals-Confsal e Gilda-Unams hanno indetto una manifestazione nazionale a Roma. in particolare, è spiegato in una nota, i sindacati esprimono “netto dissenso sui provvedimenti che prevedono il blocco del contratto, degli scatti di anzianità e dell’indennità di vacanza contrattuale. Ancora una volta si è voluto infliggere a chi lavora nella scuola un’intollerabile penalizzazione, che non si spiega né si giustifica con le difficoltà finanziarie del paese”.
Forte disagio
Il disagio del settore, nonostante una relatica calma sul fronte delle manifestazioni studentesche – ben altra musica rispetto agli anni dei governi di Centrodestra – è sottolineato dai sindacati che giudicano “inaccettabile il prelevio dalle tasche dei lavoratori di ulteriori risorse, come avviene rastrellando la quota di economie da reinvestire sulla scuola per la valorizzazione della professionalità. Così facendo – si legge ancora nella nota dei sindacati – si indebolisce ancor di più il potere d’acquisto delle retribuzioni, peraltro già basso, mentre mancano per i lavoratori pubblici gli annunciati interventi di riduzione della pressione fiscale”.
Le rivendicazioni
Pertanto viene chiesto un piano pluriennale di investimenti, per allineare la spesa per istruzione e formazione alla media europea. Inoltre, il rinnovo del contratto nazionale e il pagamento degli scatti di anzianità, a partire dall’annualità 2012, con il reperimento delle economie appostate nei bilanci del Mef e del Miur. Chiesta poi la stabilità degli organici, con l’introduzione dell’organico funzionale e pluriennale. Tra le rivendicazioni pure la continuità e prospettiva, a partire dal nuovo piano triennale di assunzioni, ai percorsi di stabilizzazione del personale su tutti i posti disponibili e vacanti per docenti ed Ata. Dunque si torna a chiedere un piano nazionale di formazione per docenti, personale educativo, Ata e dirigenti, sostenuto da adeguate risorse. E ancora, il ripristino delle posizioni economiche orizzontali del personale Ata, la risoluzione delle questioni aperte su inidonei e docenti Itp (C999 e C555) e sui pensionamenti “quota 96”. E più garanzie del sostegno ai disabili.