Lo schiaffo di Zaki a Meloni arriva mentre la premier sta rivendicando la scarcerazione del ricercatore egiziano. Nessun volo di stato e nemmeno l’atterraggio a Roma per poter dirigersi subito verso la sua Bologna ma soprattutto non diventare nessuno strumento politico.
Lo schiaffo di Zaki a Meloni: volo di linea e nessuna foto con le autorità
Patrick Zaki è finalmente libero ma non vuole essere un privilegiato né diventare un personaggio mediatico o uno strumento della politica italiana ed internazionale. Il suo rilascio, ancora prima dell’ufficialità, era diventato da una parte un mezzo per attaccare il regime egiziano mentre dall’altra con la Meloni in Egitto uno strumento di pace ed alleanza. Così Zaki domani atterra a Milano Malpensa dal Cairo con un aereo di linea di una compagnia egiziana.
Il ricercatore egiziano ha rifiutato il volo di stato che era stato messo a disposizione dal governo italiano e non vuole nemmeno incontrare le autorità né farsi fotografare. Un vero e proprio affronto alla premier Giorgia Meloni che sta rivendicando politicamente la scarcerazione di Zaki. “La reputazione dei difensori dei diritti umani si basa sulla loro indipendenza dai governi. Ringraziano e apprezzano quando si fanno delle cose per loro, come sono state fatte e infatti Patrick ha ripetutamente ringraziato governo e ambasciata. Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza“, ha commentato il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury.
“Zaki deve decidere in queste poche ore come vuole affrontare il suo passaggio in Italia, se farsi affiancare dalla famiglia (“Non credo che verranno con me”, ci aveva detto ieri subito dopo il rilascio), dove alloggiare e come gestire il suo futuro accademico”, ha aggiunto Noury.
Poi, ha concluso il portavoce di Amnesty: “Ieri Patrick ha incontrato l’ambasciatore italiano in Egitto Michele Quaroni e il primo segretario Marco Cardoni, al suo fianco in tutti questi anni. Zaki ha ringraziato la Farnesina e il governo italiano per il sostegno ricevuto in tutta questa vicenda e ha sbrigato le ultime pratiche burocratiche necessarie prima di mettersi in viaggio. “Non so ancora se passerò da Roma, non è che io non voglia ma devo ancora capire tante cose”, ci aveva detto Patrick Zaki subito dopo il rilascio”.
Zaki sarà a Bologna
Il primo desiderio di Zaki sarà quello di andare nella sua Bologna che ha tanto atteso l’arrivo del ricercatore. “La sensazione migliore è la libertà. Domani mattina a Bologna per coronare il sogno tanto atteso”, ha scritto Patrick sul suo account Twitter. Il suo ritorno in Italia arriverà almeno domenica, per questioni burocratiche: saranno necessari almeno un paio di giorni, fa sapere lo stesso ricercatore.
Il suo ritorno in terra emiliana dopo 4 anni di carcere in Egitto. “Sono felice che il calvario iniziato a febbraio 2020 sia finito”, ha aggiunto. “Ringrazio il governo italiano, il Parlamento italiano, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri che mi hanno sostenuto durante tutto il periodo di reclusione e il processo” pur non essendo “cittadino italiano”, ha dichiarato ringraziando “di cuore” anche le organizzazioni della società civile, i partiti, le forze politiche e i personaggi pubblici che “hanno chiesto il rilascio e il perdono mio e di tutti i prigionieri di opinione”.