Il processo di rinnovamento è ormai partito. E tocca, come noto, le principali reti Rai. Ma a quanto pare anche la radio e, in particolar modo, Radio1 dove il peso leghista è tutt’altro che secondario. La strategia della Lega, d’altronde, come raccontato anche ieri nel dettaglio dal “Domani”, è piuttosto chiara: puntare su tre direzioni. Da una parte i telegiornali regionali, ampiamente in mano (ovvero diretti) ad Alessandro Casarin, il prime time che come noto è diretto da Marcello Ciannamea, uomo Rai molto stimato da Matteo Salvini. E infine proprio Radio1 oggi diretta da Francesco Pionati. Dopo Isoradio – dove appunto il Carroccio aveva piazzato negli anni diversi suoi fedelissimi – è il turno dunque del salto di qualità.
L’occupazione di Radio1: i nomi
E basta vedere alcuni nomi previsti in palinsesto per capire tutto questo. Troverebbero spazio su Radio1 Monica Setta che affiancherebbe una conduzione radio alle già tante conduzioni televisive. Ma spazio potrebbe avere anche Roberto Poletti, lo storico biografo (o così è passato alle cronache) dello stesso Salvini. Senza dimenticare Simona Arrigoni, conduttrice di una tv locale lombarda e già in forza proprio a Isoradio. Ma la Arrigoni, a sua volta, potrebbe ottenere anche posti importanti in televisione. Non bisogna dimenticare, infatti, che ha già fatto parlare di sé come inviata di “Anni 20”, il programma flop di Rai2 concepito e voluto dall’allora vicedirettore dell’Approfondimento, Paolo Corsini, che intanto è diventato direttore dello stesso genere. Dunque, chissà. Staremo a vedere.
Rai, tutti gli altri nomi
La sfilza dei nomi, però, non è finita qui. Ad avere un programma sarà anche Marcello Foa. Il nome non è affatto banale per una serie sterminata di motivi. È stato, come noto, il presidente della Rai durante il governo gialloverde proprio su insistenza della Lega. Né bisogna dimenticare che il figlio di Marcello, Leonardo, lavora ancora oggi nello staff proprio di Salvini. Difficile non vedere in tutto questo una profonda vicinanza alla Lega. Ma non è finita qui. C’è chi tira in ballo anche Ivan Cardia, già assistente dell’attuale sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, e noto per le sue hit musicali dal sapore vagamente – si fa per dire – patriottico.
La strategia della Lega: la Rai come Radio Padania
In realtà, al di là dei nomi, l’obiettivo della Lega è quello di riesumare Radio Padania. Nel Carroccio di fatto parlano di un ritorno alle origini e rievocano Radio Padania, ma la verità è che il piano è quello di stravolgere identità e palinsesto della radio fino a maggio guidata da Andrea Vianello. Il Carroccio, in altre parole, vuole intervenire su programmi e protagonisti che arrivano da fuori e peseranno sul budget della testata. Già, perché tutti questi cambiamenti significa innanzitutto stravolgere il palinsesto ma anche prendere tanta e tanta gente esterna che ovviamente non può che pesare – e tanto – sui conti di Viale Mazzini.
Lotta intestina
Insomma, il clima è piuttosto caldo. E bisognerà capire come sfocerà. Già, perché nel frattempo anche sulle reti televisive le acque sono abbastanza agitate. Il caso Facci e la nomina di Chiocci hanno approfondito il solco fra il direttore generale Giampaolo Rossi e l’Ad Roberto Sergio. Una querelle tutta interna al mondo di Fratelli d’Italia tra laici e ortodossi, per così dire. Una querelle che tuttavia potrebbe presto allargarsi. Perché nel frattempo la Lega, lasciata un po’ fuori dai giochi delle nomine, vuole ripiazzarsi e occupare i posti a disposizione. Televisione o radio che sia.