Il 2022 è stato l’anno più caldo di sempre in Italia. E anche quello meno piovoso. Un doppio record assoluto da quando vengono registrati dati scientifici completi, ovvero dal 1961. A testimoniarlo è il rapporto di Ispra e Snpa che evidenzia come sia stato superato il precedente record assoluto, registrato nel 2018.
La cifra più preoccupante è quella riguardante la temperatura: quella media ha superato di un grado il valore dell’anno precedente, ovvero il 2021. A questo si aggiunge il fatto che la pioggia, nel 2022, è diminuita di quasi un quarto: le precipitazioni sono scese del 22%.
I dati sul caldo record del 2022
Il report, curato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, mostra come tutti i mesi del 2022 siano stati più caldi rispetto alla media, con le uniche eccezioni di marzo e aprile. Particolarmente rilevanti le anomalie nei mesi di giugno, luglio, ottobre e dicembre, di due gradi superiori alla media.
In estate il livello è stato di 2,18 gradi più alto della media, ma anche in autunno (+1,38 gradi) e in inverno (+0,58 gradi) la situazione non è cambiata. Il picco si è registrato a giugno, con 3,09 gradi oltre la media.
Report Ispra: il 2022 l’anno meno piovoso
L’altro dato ritenuto allarmante è quello sulle piogge: il 2022 è stato l’anno con meno precipitazioni. Il 22% in meno rispetto alla media climatologica 1991-2020. E con una prima parte dell’anno, da gennaio a luglio, che ha fatto registrare il 39% di piogge in meno rispetto alla stessa media.
Il Nord è stato più colpito, con una riduzione del 33%. Al Centro le precipitazioni sono state del 15% sotto la media e al Sud e nelle Isole la riduzione è stata del 13%. I mesi più secchi sono stati quelli di ottobre (-62%) e gennaio (-54%). Anomalie opposte si sono invece registrate ad agosto, quando c’è stato un aumento delle precipitazioni del 69% rispetto alla media. Nel 2022 si registra anche una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni: a maggio la situazione era simile a quella solitamente vista tra fine giugno e luglio.
Oltre al caldo, anche la siccità: meno disponibilità di acqua
Le condizioni di siccità hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di acqua. In Italia, quella annua, è stata di 221,7 mm, circa 67 km cubi, ovvero il minimo storico dal 1951 a oggi. Una riduzione di circa il 50% rispetto al dato medio annuo sulla disponibilità di risorsa idrica nel periodo che va dal 1991 al 2020.