Le Lettere

Cambio sesso. O casacca?

Continuano i cambi di casacca. L’ultimo è Alessio D’Amato che è passato dal Pd ad Azione di Calenda. Ma non la smetteranno mai?
Ugo Bompani
via email

Gentile lettore, la notizia di D’Amato che lascia il Pd è di portata sconvolgente. Washington, Pechino, Mosca si interrogano col fiato sospeso su questa svolta strategica. Intanto a Roma una folla giubilante si è radunata a piazza Venezia al grido di “D’Amato! D’Amato!” mentre sui muri di Roma è comparsa la scritta; “Calenda ama D’Amato ed è ricambiato”. Le motivazioni del piddino sono nitide, nobili: se ne va perché la Schlein si è intrattenuta cinque minuti con Giuseppe Conte a una manifestazione di piazza. Lei dirà: ma D’Amato non era assessore alla sanità del Lazio quando la Regione era amministrata da Pd e 5 Stelle e quando al governo c’era Conte con il Pd? Sì, ma sono dettagli. Cinque minuti con Conte, in piazza, francamente è troppo per chiunque, anche perché 5 minuti + 5 Stelle fa 10. Uno schifo. D’Amato mica cambia casacca per chissà quali vantaggi o perché nel Pd si sente emarginato. E poi la sua visione della politica è tonda, è fluida, è un po’ come la fluidità sessuale. Solo che per il cambio di sesso ci vuole un intervento chirurgico, per il cambio di casacca basta Calenda. Io avanzerei un’umile proposta populista: alle prossime elezioni gli eletti, per i primi due anni, vadano a zappare la terra e per i successivi due vadano a pulire le latrine pubbliche. Poi, se la terra dà buoni frutti e le latrine sono lucide a specchio, potranno passare un anno in Parlamento e cambiare casacca a piacere. Mi pare ragionevole, no? Tanto, peggio di così…

Inviate le vostre lettere a: La Notizia – 00195 Roma, via Costantino Morin 34 redazione@lanotiziagiornale.it