Il direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, Ernesto Maria Ruffini, risponde a Matteo Salvini e ribadisce l’importanza della lotta all’evasione. Inevitabile lo scontro con il vicepresidente del Consiglio che controreplica e rilancia la pace fiscale.
Per Ruffini “il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno. L’Agenzia è un’amministrazione dello Stato, non un’entità belligerante”. Una risposta all’ipotesi di una “grande e definitiva” pace fiscale lanciata da Salvini, che ritiene che gli italiani siano “ostaggio” dell’Agenzia delle Entrate.
Ruffini smentisce Salvini: “Lotta all’evasione è un fatto di giustizia”
Ruffini sembra rispondere a Salvini quando dice che la lotta all’evasione è anche “un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che le tasse, anno dopo anno, le pagano”. Non a caso Ruffini ricorda che sono stati recuperati 3,2 miliardi grazie alle lettere di compliance e che altri 9,5 miliardi sono arrivati dall’attività antifrode. Nel 2020, complessivamente, è stata recuperata “la cifra record di oltre 20 miliardi di evasione”.
Salvini replica all’Agenzia delle Entrate: con pace fiscale vantaggi per lo Stato
Non tarda ad arrivare la contro-risposta di Salvini, secondo cui “una pace fiscale per chi ha fatto le dichiarazioni ma non è riuscito a versarle tutte è un vantaggio per lo Stato che incassa una marea di miliardi da usare per stipendi e pensioni e significa una liberazione per 15 milioni di persone”.
Il ministro delle Infrastrutture dice che ci sono 15 milioni di italiani che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, ma “hanno un conto aperto con l’Agenzia delle Entrate: non posso pensare che un terzo degli italiani, tolti i minorenni, sono persone che hanno avuto un problema con il Fisco. Non ce l’hanno fatta a pagare quello che dovevano”. Insomma, Salvini rilancia l’idea della pace fiscale, ma l’Agenzia delle Entrate non sembra disposta ad accoglierla di buon grado, chiedendo invece di intensificare la lotta all’evasione.