Il Parlamento Ue ha approvato la legge di ripristino della natura. È fallito il tentativo del leader del Ppe Manfred Weber, in combutta con le destre, di affossare il testo.
Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione UniVerde, che idea si è fatto?
“Io credo che siamo in un’epoca di disinformazione e di strumentalizzazione. C’è una specie di coalizione negazionista che è partita con l’affermare che non c’è il cambiamento climatico e che arriva a dire che difendere la natura significa bloccare lo sviluppo. Dunque da un lato c’è una strumentalizzazione, dall’altro c’è l’errore a volte di alcuni paesi dell’Europa settentrionale di confondere ovviamente i territori di un posto mediterraneo con i loro. È chiaro che noi siamo paesi molto antropizzati, con molte persone, nei quali il concetto di wilderness è diverso. Che ci sia dunque lo specifico territoriale è giusto ma che qualcuno cerchi di negare la necessità di ripristinare i territori degradati è una cosa incomprensibile. Io credo dunque che sia stata una strumentalizzazione politica. È evidente che nessuna persona di buon senso può pensare che tutelare la natura significhi eliminare le opere fatte dagli uomini nei secoli. Ma significa evitare di cementificare e distruggere le aeree naturali residue che sono una parte essenziale per la sopravvivenza della nostra specie. Chi invece diffonde notizie false usa qualche frase ideologica che possono pronunciare alcuni parlamentari per terrorizzare, per esempio, gli agricoltori che pensano di non poter più portare avanti la loro attività. Noi siamo il Paese che fa più agricoltura biologica d’Europa. Dire che noi abbiamo problemi non è così. Non possiamo paragonare la nostra agricoltura, molto più vicina all’ambiente, con quella intensiva olandese”.
Il governo Meloni ha dichiarato che quello di mercoledì è un voto frutto di una visione ideologica che non tiene conto della realtà.
“Ma questo perché al governo hanno un approccio sbagliato in cui vedono dappertutto ideologia. Quella di mercoledì è una decisione coerente con tutte le normative europee che hanno creato i siti di interesse comunitario e le zone di protezione. Coerente con le dichiarazioni delle Nazioni Unite che hanno promosso la convenzione Ramsar che tutela da decenni le zone umide. A me sembra una follia attaccare su questi temi”.
Gli agricoltori non hanno nulla da temere allora?
“Quelli che hanno scelto la via dell’agricoltura sostenibile o biologica o dell’innovazione non hanno nulla da temere. Altri che ancora usano in quantità esagerata pesticidi o che pensano ancora a un’agricoltura super-industrializzata devono pensare a una progressiva conversione”.
L’Italia della Meloni si è opposta alle proposte Ue su motori, case green, imballaggi, pesticidi.
“Loro stanno cercando di crearsi un consenso sulla paura, la paura dell’innovazione senza capire che questo rischia di far trovare l’Italia indietro rispetto ad altri paesi che faranno investimenti e soldi. Noi siamo un Paese tecnologicamente avanzato che, per colpa delle destre incapaci di visione o peggio ancora opportuniste e strumentalizzatrici, rischia di andare indietro”.
La transizione green significa rinunciare al proprio patrimonio industriale e tecnologico?
“Questa è una sciocchezza colossale. Il nostro patrimonio industriale e tecnologico è quello di un Paese che proprio nei temi della tecnologia ambientale è uno dei più avanzati. Noi abbiamo fatto impianti solari quando non c’erano nel resto del mondo. Enel, che speriamo regga con quello spirito che ha avuto negli ultimi anni, è una società che è leader mondiale delle rinnovabili. Ed è italiana”.
Perché è così difficile far capire l’importanza delle politiche per l’ambiente e la natura?
“C’è una grande debolezza in tutto il mondo ecologista e progressista che non riesce a far capire bene i vantaggi anche per i cittadini dei lavori verdi ed Ecodigital. Basti pensare che quando Macron fece la norma ecologica sui carburanti, il risultato che ha avuto è stata la rivolta dei gilet gialli. È chiaro che devi far capire che queste politiche hanno un valore. Per esempio spiegare che facendo la casa green si risparmia. Prendiamo le comunità dell’energia. Nel momento in cui si costituiscono comportano per le persone un risparmio sulle bollette. La gente viene truffata perché è chiaro che l’energia che viene dal sole è gratis diversamente da quella che viene dal petrolio, dal nucleare e dal carbone. Ed è anche una produzione di energia diffusa che non crea dipendenza da un soggetto economico unico. E questa indipendenza che crea non piace a poteri e lobby che operano per creare dipendenza e controllo centralizzato. Terrorizzare la gente allora è l’alternativa. La vera paura la gente dovrebbe averla sul cambiamento climatico, non per gli interventi a sostegno delle rinnovabili”.