Giorgia Meloni è accerchiata. Sul salario minimo cresce il pressing. E non solo quello delle opposizioni con la proposta di legge che punta a introdurre una retribuzione minima da 9 euro l’ora. Gli ultimi in ordine di tempo a sollecitare il governo sono la presidenza spagnola dell’Ue e anche il governatore (in uscita a novembre) della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Che già in passato aveva lasciato intendere di essere a favore di questa misura, ma che ora ribadisce il suo punto di vista con estrema chiarezza.
Visco favorevole al salario minimo per aiutare chi non è coperto dai contratti
Intervistato da SkyTg24, Visco fa quasi un appello al governo, sostenendo che sia fondamentale introdurre il salario minimo per i lavoratori “non coperti dai contratti”. Il governatore sottolinea come spesso in Italia si parli del fatto che esiste un “salario contrattuale”, ma anche che “molti non sono coperti da questi contratti” e proprio queste categorie di lavoratori, a suo avviso, devono avere una “retribuzione ragionevole”.
Quindi il salario minimo serve soprattutto per difendere chi lavora in attività “che sottopagano in modo straordinario”. C’è poi un altro elemento sottolineato, ovvero che “ci sono studi di grandi economisti che dicono che non è vero che faccia cadere l’occupazione, il problema è il livello”.
Sul quale, comunque, Visco preferisce non esprimersi sostenendo che vada stabilito da chi ne ha la responsabilità e che non debba “essere troppo alto” per evitare “effetti negativi”: ragione per cui è necessario “fare degli studi attenti” sulla cifra.
Le voci dall’Ue che Meloni non ascolta
Un altro appello sul salario minimo arriva dall’Europa e più precisamente dalla Spagna: la ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, all’arrivo al Consiglio informale Ue risponde a una domanda sulla necessità di incoraggiare l’adozione di questa misura nei Paesi come l’Italia, sostenendo che sia “lo strumento migliore per combattere la povertà lavorativa: l’aumento del salario minimo è stato fondamentale in Spagna, ha migliorato la vita delle persone”.
Madrid ha la presidenza di turno dell’Ue e la sua ministra sottolinea la necessità di “aumentare i salari in Europa”, partendo proprio dalla direttiva sul salario minimo.
Il salario minimo in Parlamento, un percorso tortuoso
Un messaggio sul salario minimo lo ha inviato anche l’Istat durante un’audizione alla Camera: l’introduzione della retribuzione oraria minima di 9 euro lordi porterebbe aumenti di stipendio per 3,6 milioni di rapporti di lavoro in Italia (per circa tre milioni di lavoratori), con un guadagno medio di 804 euro l’anno a persona e una crescita del monte salariale di quasi 2,9 miliardi.
Oggi scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo, ma il suo cammino si preannuncia complicato: la maggioranza continua a essere contraria e sembra difficile che un voto a sorpresa ribalti le carte in tavola.