“In questa città la devianza giovanile sta dominando”. Sono le parole pronunciate dall’assessore alla Legalità e alla Sicurezza Antonio De Iesu, ex questore, sul rogo della Venere degli stracci del Pistoletto a Napoli. Proprio De Iesu lascia trapelare la conferma dell’atto doloso: “È indiscutibile, è sicuramente un atto vandalico”. Si punta il dito contro una presunta gara social di giovanissimi che richiama il “tradizionale” furto dell’albero di Natale nella Galleria Umberto ogni anno. A dirlo è il sindaco Gaetano Manfredi: “Mi hanno detto dalla Fondazione Pistoletto che c’era una specie di gara sui social di gente che invitava a bruciare la statua. Purtroppo viviamo in una società in cui questi atti di violenza gratuita sono all’ordine del giorno. Adesso lasciamo alle forze dell’ordine fare il loro lavoro, ho sentito il questore, loro sono pienamente impegnati”.
La violenza minorile a Napoli
Pochi giorni fa lo stesso questore appena insediato aveva lanciato l’allarme: “Quello delle bande giovanili è sicuramente uno dei problemi principali della città di Napoli. Questo fenomeno è da attenzionare a 360 gradi perché abbiamo crisi di modelli educativi. La famiglia deve venire incontro, anche le scuole, sono pilastri fondamentali nella formazione dei giovani”. Gli ha fatto eco il presidente del Tribunale dei minori Giancarlo Posteraro che in una trasmissione televisiva aveva chiesto l’abbassamento dell’età imputabile sotto i 14 anni puntando il dito proprio contro il ruolo dei genitori.
Ha solo 16 anni il ragazzo fermato per aver accoltellato un bagnino a Marechiaro domenica scorsa ma spesso ad avere armi in pugno sono bambini di 11 e 12 anni. Quello dei minori armati è un allarme lanciato dati alla mano da carabinieri negli ultimi due anni nella fase post Covid: per i militari una vera e propria emergenza con minorenni coinvolti in un reato mediamente ogni tre giorni. Il 2022 è stato l’anno record per i reati commessi da minori e giovani nell’area metropolitana della città.
Il rogo della Venere e la sicurezza in città
Oltre alle istituzioni sono anche le tante associazioni e organizzazioni non profit che si occupano di devianza minorile, Neet e povertà educativa a lanciare grida di attenzione su una priorità per garantire la tenuta civile e sociale di Napoli. Tra le polemiche per la mancata sorveglianza della Venere e l’annunciato materiale ignifugo di cui erano composti gli stracci, l’ex primo cittadino Luigi de Magistris attacca sul tema sicurezza: “Le immagini del rogo all’alba in piazza Municipio, davanti al Comune, sono una profonda ferita per una città che negli ultimi dieci anni si è riscattata con la cultura e che riscontra però negli ultimi tempi un forte calo di tensione politica e istituzionale sulla sicurezza urbana in città”.
A spiegare la complessità del fenomeno è Isaia Sales, docente di “Storie delle mafie” all’Università Suor Orsola Benincasa, nel suo ultimo libro “Teneri assassini”: “Se nelle periferie europee è il segnale di un fallimento dell’integrazione, qui è un’integrazione criminale: gli adolescenti possono essere reclutati dai clan e fare soldi con la droga. La criminalità non è mai stata così ‘democratica’ ”. Davanti al rudere bruciato dell’opera che voleva raccontare le contraddizioni anche tragiche di una Napoli tra bellezza e tragedia c’è proprio quel “mare fuori” del Molo Beverello e la base navale del Molo San Vincenzo dove è ambientata la serie Tv: un’opera d’arte ridotta in cenere rimane sul selciato di una città che nel suo ventre – dal centro storico alle periferie – vede, inerme, crescere il germe di una nuova violenza.