Le Lettere

Vitalizi, che infamia

Il Senato ha abolito il taglio ai vitalizi d’oro voluto dai 5 Stelle e ha ripristinato le mega pensioni per tutti. Ma non esiste più un’etica?
Rosaria Lobello
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Gentile lettrice, l’etica, dice? Purtroppo costoro non sanno nemmeno cosa significhi la parola. Questo simulacro di democrazia – che insistiamo a chiamare democrazia invece di cleptocrazia – ci ha portato a un’altra infamia di questo Parlamento e soprattutto del precedente perché, per assurdo che possa sembrare, la commissione che ha eliminato il taglio ai vitalizi è una commissione della precedente legislatura, composta quasi solo di ex senatori (molti non sono stati rieletti). Costoro, nell’ultimo giorno utile prima della decadenza della commissione stessa, hanno ripristinato l’assegno d’oro per sé, per gli ex senatori già in pensione e anche per i famigliari che godono di reversibilità. Ora perfino coloro che sono stati senatori per pochi giorni hanno diritto a vedersi reintegrato il vitalizio pieno, come se avessero “lavorato” (si fa per dire) una legislatura intera. Il gentile omaggio andrà a 851 ex senatori e 444 famigliari di deceduti. La disposizione voluta dai 5 Stelle aveva rapportato il vitalizio ai contributi realmente versati, come accade a tutti i normali cittadini che vanno in pensione. Ma va da sé che “loro” non si considerano normali. Dice l’ex senatore Luigi Vitali (Forza Italia): “Abbiamo rimesso le cose in regola”. In regola, capisce? Si attende ora che la Camera faccia lo stesso. Come disse l’indimenticato senatore Razzi: “Ma fuori da qui, chi te li dà 12 mila euro al mese?” È l’epitome della cleptocrazia camuffata da democrazia.

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