Le opposizioni – fatta eccezione per Italia viva di Matteo Renzi che si è chiamata fuori – spingono il piede sull’acceleratore e puntano a far esaminare la proposta di un salario minimo legale pari a 9 euro l’ora nel più breve tempo possibile. Il provvedimento sbarcherà nell’Aula di Montecitorio il 28. Per questo la commissione Lavoro ha predisposto un calendario dei lavori fitto.
Il Salario minimo legale piace anche agli elettori di centrodestra. Il 28 luglio il testo dei giallorossi in Aula
L’Inps, per cui era prevista un’audizione, invierà una memoria scritta; l’Inail non interverrà per mancanza di competenze sul punto; mentre i rappresentanti dell’Istat saranno ascoltati l’11. Il giorno successivo è attesa l’adozione del testo base in commissione. Il termine per la presentazione degli emendamenti è prevista per venerdì 14. Il voto sugli emendamenti è previsto per il 18 e 19 e il via libera in Commissione è atteso per il 26.
“In commissione Lavoro la maggioranza avrebbe voluto rinviare la discussione a settembre ma come opposizioni ci siamo fermamente opposti. Com’è emerso oggi da un sondaggio, la maggioranza degli italiani è a favore di questa misura. Basta aspettare: abbiamo perso fin troppo tempo, ora bisogna andare spediti verso il traguardo”, ha affermato Davide Aiello del M5S.
Il sondaggio cui Aiello fa riferimento è quello elaborato dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per la Repubblica. Ebbene, il 64 per cento degli italiani è favorevole all’introduzione del salario minimo. E il dato che più balza agli occhi e che dovrebbe indurre il governo a una riflessione è che questa opinione è condivisa trasversalmente, al di là del partito di appartenenza.
Se la percentuale del sì viaggia intorno al 48 per cento tra gli elettori di Fratelli d’Italia, tocca picchi del 74 per cento e del 57 per cento tra chi vota Forza Italia e Lega. Inutile dire che tra gli elettori del Pd e del M5S il salario minimo è condiviso dall’86 e dall’85 dei propri elettori. Dati che dovrebbero far pensare chi come il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di Forza Italia è addirittura è arrivato a dire che un salario minimo fissato per legge andrebbe a danneggiare soprattutto i lavoratori che guadagnano di meno, il cosiddetto lavoro povero.
Quando la proposta delle opposizioni prevede proprio di combattere il fenomeno del lavoro povero. Il testo di legge unitario delle opposizioni propone che al lavoratore di ogni settore economico dovrà essere riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore.
Ma dal momento che a volte anche tali contratti prevedono livelli salariali troppo bassi, la proposta delle opposizioni – vecchio cavallo di battaglia del M5S col ddl Catalfo – stabilisce che a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, si chiede comunque una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora. Su tale proposta c’è la convergenza di Cgil e Uil e anche la Confindustria con Carlo Bonomi ha detto che non intende porre veti, facendosi vanto che come associazione propone contratti con soglie ancora più alte.
A far da spalla al governo nel no al salario minimo sono rimasti praticamente la Cisl e l’Ugl. La Cisl si ostina a dire che un contratto è meglio di una soglia fissata per legge. Affermazione sacrosanta salvo che il leader del sindacato di via Po non considera che ci sono ben tre milioni di persone che un contratto non ce l’hanno. E che c’è il cosiddetto fenomeno dei contratti pirata, ovvero una miriade di accordi marginali, spesso aziendali, con salari bassi.
Oltre quattro milioni di lavoratori prendono sotto i 9 euro l’ora
Oltre quattro milioni di lavoratori prendono sotto i 9 euro l’ora, dice l’Inps. Il lavoro al di sotto dei 12 mila euro lordi l’anno riguarda circa 4 milioni di lavoratori, afferma l’Istat. E secondo un report presentato dal presidente della Società Italiana di Economia (Sie), Mario Pianta, professore alla Scuola Normale Superiore, i redditi reali hanno perso il 15% del potere d’acquisto in due anni. Una contrazione che le persone sentono sulla loro pelle, come dimostrano i risultati del sondaggio Noto.
Ieri Cgil e Uil hanno di nuovo garantito il loro appoggio alla proposta delle opposizioni. “Condividiamo la proposta delle opposizioni sul salario minimo. L’obiettivo per noi è sempre quello del contratto, che tutela molto di più di una paga oraria, ma intanto dobbiamo dare una risposta a chi oggi guadagna poco, ai salari bassi e soprattutto ai contratti pirata che sono troppi in Italia”, ha ribadito il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
“Possiamo usare il salario minimo agganciato ai minimi contrattuali e dare la possibilità a chi sta fuori dai minimi e dai contratti maggiormente rappresentativi di ricevere un trattamento economico dignitoso. In questo momento abbiamo grandi problemi con salari bassi e trattamenti economici assolutamente insufficienti”, ha sottolineato.
“Siamo di fronte a salari bassi, il problema generale è l’emergenza salariale. La gente non arriva più a fine mese. C’è chi è povero anche lavorando. Stanno massacrando il potere d’acquisto”. E in questo quadro l’introduzione di una salario minimo è “uno strumento utile”, ha ribadito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Che rilancia su un altro cavallo di battaglia della Cgil, ovvero la necessità di una legge sulla rappresentanza “per dare un valore di legge ai contratti. Bisogna applicare i principi della Costituzione. È uno strumento importante per cancellare i contratti pirata e dare una validità generale ai contratti nazionali”.