La storia della Santanché grida vendetta. La ministra è veramente senza pudore.
Emilia Casoli
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Gentile lettrice, La Notizia ha dato ampi resoconti del caso: io qui mi limito a qualche amara osservazione. Cosa ci si aspettava da una compagine politica adusa a concepire la cosa pubblica come “cosa loro”? E questo a partire dalla Meloni, che in passato votò tutte le schifezze ad personam, per arrivare ai tanti politici locali finiti in manette per malversazione. Questa classe politica espone la sua natura anche con un caso tipico dell’arroganza del potere qual è l’uso abnorme degli aerei di Stato, da parte di diversi ministri, come dimostrato da un’inchiesta di Repubblica sui primi tre mesi di governo. Tra l’altro risultò che le delegazioni della “Fratella d’Italia” erano il doppio più numerose di quelle di Conte. Da allora il sito del governo non ha più aggiornato i dati relativi ai voli della premier, alla faccia delle promesse di trasparenza e degli italiani che pagano il conto. Gli aerei di Stato sono usati per eventi non urgenti come fiere e convegni, anche a pochi km da Roma. E cosa aspettarsi, poi, da una premier che chiama le tasse “pizzo di Stato” e da un ministro della Giustizia che vara una riforma definita “il manifesto ideologico di una certa parte delle élite”? Negli anni ’70 Fanfani, sul punto di essere nominato premier, scrisse un telegramma alla moglie ordinandole di vendere i BoT di famiglia “per evitare qualsiasi ombra di conflitto d’interessi”. Benedetto candore. E ricordo i suicidi durante l’inchiesta Mani Pulite. Raul Gardini e gli altri si tolsero la vita per la vergogna. Oggi è finita la vergogna.
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