Le Lettere

Lo stallo in Ucraina

A un mese dall’inizio, l’offensiva ucraina sembra un fiasco. Ma adesso che succederà?
Aliseo Bonini
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Gentile lettore, a detta di tutti gli esperti indipendenti, l’insensata controffensiva avviata il 4 giugno tra attese messianiche è per ora un fallimento. L’altro giorno il New York Times, meno servile dei giornali “coloniali” europei, titolava: “L’offensiva appena partita è già azzoppata”. Gli ucraini avanzano e indietreggiano ogni giorno di poche centinaia di metri, ma sempre nella terra di nessuno. Non un solo ucraino è arrivato alla prima delle tre linee difensive dei russi. Il costo in vite umane e materiali è altissimo, ma i risultati zero. Cosa accadrà? Sul campo presto o tardi i russi troveranno un punto sguarnito e ci si infileranno di forza conquistando ulteriore territorio. Altro che cacciare i russi da Donbass e Crimea. Non è escluso che Mosca crei come diversivo un attacco dalla Bielorussia, per costringere Kiev a mandare riserve a nord e indebolire il sud e l’est. Lo spettro del disastro accresce le probabilità che l’Ucraina metta in campo una mossa disperata, come far esplodere la centrale nucleare di Zaporizhia, per poi attribuirne la colpa ai russi. Zelensky spera di indurre Putin a commettere l’errore di usare le atomiche tattiche. Ma Putin non lo farà, perché è un uomo freddo, con nervi d’acciaio. Sa che la possente armata dell’informazione occidentale lo crocifiggerebbe nel ruolo di macellaio nucleare. Penso che udiremo sempre più spesso frasi come quelle che già sentiamo dai leader europei e americani: “La guerra durerà molti anni, prepariamoci”. Caro lettore, prepariamoci.

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