A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina. Stiamo parlando dell’allentamento dei controlli sul Pnrr deciso dal governo che ha sfilato alla Corte dei Conti il controllo concomitante sul nostro Recovery plan. Un indebolimento nella catena di chi è tenuto a vigilare su come vengono spesi i fondi comunitari che difficilmente si comprende o forse sì, appunto, se vogliamo prendere come buona la massima di Andreotti.
Nel corso del 2022 sono pervenute all’Unità di informazioni finanziarie di Bankitalia le prime segnalazioni collegate all’attuazione del Pnrr
Fatto sta che nel corso del 2022 sono pervenute all’Unità di informazioni finanziarie di Banca d’Italia “le prime segnalazioni collegate all’attuazione del Pnrr”. Ebbene, la Uif ha individuato “reti di imprese che hanno indebitamente beneficiato di finanziamenti agevolati” legati al Pnrr “o che hanno utilizzato in modo distorto le risorse erogate, frequentemente trasferite all’estero”.
È quanto è tornato a denunciare il direttore della Uif, Enzo Serata, nella sua relazione annuale rilevando come sia “ricorrente la presenza di figure professionali che, assistendo le imprese nelle fasi di accesso alle agevolazioni, svolgono un ruolo nevralgico nella rete, facilitando condotte illecite per conto di titolari effettivi comuni”.
Lo scorso anno la Uif ha ricevuto oltre 155.000 segnalazioni di operazioni sospette
Nel 2022 l’Unità di informazioni finanziarie ha ricevuto oltre 155.000 segnalazioni di operazioni sospette, circa l’11 per cento in più dell’anno precedente, gran parte delle quali inoltrate dal sistema bancario e finanziario. Serata denuncia però come “le comunicazioni trasmesse dalle Pubbliche amministrazioni si sono mantenute su livelli esigui, a testimonianza della loro insufficiente percezione dell’antiriciclaggio come snodo cruciale per rafforzare i presidi di legalità”.
Per Serata il poderoso intervento pubblico nell’economia che caratterizza l’attuale momento storico rende auspicabile un ruolo più attivo e consapevole degli uffici pubblici. Un importante “contributo è giunto dagli operatori non finanziari e dai prestatori di servizi di gioco, mentre l’apporto dei professionisti ha registrato variazioni più contenute”. La distribuzione territoriale delle segnalazioni, si legge nella relazione dell’Uif, non registra elementi di sostanziale novità, confermando il primato della Lombardia per valore assoluto, con un’incidenza del 17,8% sul totale, seguita dal Lazio (12,4%) e dalla Campania (11,8%).
Fra le principali regioni per numero di segnalazioni ricevute, quelle che hanno registrato i maggiori incrementi sono la Campania (+16,4%), il Lazio (+11,7%) e il Veneto (+11,5%). Nel 2022 l’Uif ha registrato anche un aumento significativo (+50%) delle segnalazioni che non recano un luogo fisico di esecuzione in quanto effettuate ‘online’ “a conferma che ormai tale prassi operativa si è consolidata”. Le segnalazioni pervenute hanno riguardato operazioni eseguite per 94,9 miliardi di euro (83,7 miliardi nell’anno precedente).
Il direttore della Uif rileva che la Pubblica amministrazione invia poche segnalazioni e chiede più collaborazione chiama i cittadini ad essere tutti protagonisti
Considerando anche la componente delle operazioni sospette non eseguite, in flessione dai 7,8 miliardi del 2021 ai 5,0 miliardi di euro del 2022, il valore complessivo del flusso nel 2022 ammonta a 99,9 miliardi di euro (91,4 nel 2021). Non si registrano significativi cambiamenti nella distribuzione delle segnalazioni per classi di importo, concentrate nella fascia fino a 50mila euro che riguarda il 44,9% delle segnalazioni, seguita dalla fascia tra 50mila e 500mila (40,8% a fronte del 39,4% nel 2021).
Infine, per quanto riguarda la suddivisione per forme tecniche delle operazioni segnalate nel 2022 l’Uif ha segnalato “una netta ripresa dei bonifici, pari al 37,4% del totale”. In aumento si segnalano anche le operazioni eseguite tramite carte di pagamento e strumenti di moneta elettronica (dal 27,2% al 28,5%).
Le operazioni in contante si sono mantenute su livelli pressoché costanti, attestandosi al 5,0% (4,8% nel 2021). Ville, yacht, auto di lusso e liquidità per circa 2 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore complessivo stimato delle risorse economiche congelate a soggetti russi e bielorussi per via delle sanzioni seguite all’aggressione all’Ucraina.