Nonostante gli impegni teorici, alla fine nulla è cambiato. Ed è la prima volta che accade. Il che è di certo indicativo. Nello schema del nuovo contratto di servizio appena approvato dal Consiglio d’amministrazione Rai rimane fuori la “valorizzazione e promozione del giornalismo d’inchiesta“. Confermata, pertanto, l’eliminazione dell’articolo 25 del testo vigente. Arriva solamente un “impegno” (cosa voglia dire resta un mistero) dell’Amministratore delegato Roberto Sergio messo a verbale durante la riunione del Cda.
Escluso dallo schema del nuovo contratto di servizio appena approvato dal Cda della Rai il giornalismo d’inchiesta
Il caso, come forse qualcuno ricorderà, era esploso meno di una settimana fa quando il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, in quei giorni già nel mirino della maggioranza per la puntata della trasmissione che ha raccontato le vicende delle società di Daniela Santanchè, aveva fatto presente che il contratto di servizio arrivato sul tavolo della Rai era “stato privato di una parte che c’era nel vecchio contratto che riguardava la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta”.
La Rai, in quell’occasione, aveva replicato con un comunicato parlando di “notizie prive di fondamento”, sostenendo, senza ulteriormente chiarire, che di giornalismo di inchiesta si parla all’interno del più vasto capitolo dedicato all’informazione e che in ogni caso l’impegno della Rai è confermato dai palinsesti stessi. Poi è calato il silenzio, fino alla mattina di ieri, lunedì 3 luglio.
Fa discutere il voto a favore del consigliere M5S Di Majo
Ciò che stupisce, però, sono soprattutto i voti del Cda. Perché se il sempre attento Riccardo Laganà ha votato contro il contratto di servizio, la rappresentante del Pd Francesca Bria si è astenuta, mentre il consigliere in quota Movimento cinque stelle Luigi Di Majo ha votato a favore. Un voto che sicuramente lascia esterrefatti considerando la posizione di Giuseppe Conte in primis espressa nei giorni scorsi. Qualcosa evidentemente non torna.
Secondo voci interne i 5 stelle non si sono opposti all’Ad Sergio per uno spazio alla Costamagna
Ma cosa? Secondo voci interne – che nessuno per adesso ha smentito – ci sarebbe stato un accordo di massima tra Cinque stelle e destra: col sì al contratto di servizio sarebbe rientrata nei giochi di palinsesto uan conduttrice vicina ai pentastellati come Luisella Costamagna. E qui arriviamo a un’altra notizia scoppiata ieri in Rai: la storica conduttrice di Cartabianca Bianca Berlinguer (nella foto) si è dimessa dalla Tv di Stato. La giornalista non avrebbe avuto le giuste garanzie per il suo programma e, soprattutto, non avrebbe visto di buon occhio la decisione di collocare proprio al martedì sera (quando va in onda Cartabianca su Rai3) Belve di Francesca Fagnani o Boomerissima di Alessia Marcuzzi, entrambi trasmissioni in onda su Rai2.
Una concorrenza interna che la Berlinguer non avrebbe accettato. Da qui la decisione delle dimissioni. Cadendo, però, sempre in piedi. Le sirene provenienti da Mediaset sembrano aver convinto la conduttrice a fare il grande passo. A gestire la trattativa sarebbe stato direttamente Piersilvio Berlusconi, da sempre attratto dall’idea di portare al Biscione un’icona della sinistra.
A prendere il posto della Berlinguer, non sarà la Costamagna, sponsorizzata dai Cinque stelle. Ma l’ex conduttrice di Agorà, Monica Giandotti
E la Berlinguer, già solo per la storia della sua famiglia, evidentemente lo è. La conduttrice avrà una prima serata e la striscia di Stasera Italia una settimana sì e una no, in alternanza con Nicola Porro, al posto di Barbara Palombelli. Il talk in prima serata su Rete4 sarà probabilmente Controcorrente, condotto fino alla stagione appena terminata da Veronica Gentili, ora passata a Le Iene. Il paradosso di tutta questa vicenda? A prendere il posto della Berlinguer, non sarà la Costamagna, sponsorizzata dai Cinque stelle. Ma l’ex conduttrice di Agorà, Monica Giandotti.