Con il salario minimo ci guadagnerebbero tutti, anche lo Stato

L'ex presidente Inps, Pasquale Tridico, spiega perché l'introduzione del salario minimo sarebbe un vantaggio per tutti, anche per lo Stato.

Con il salario minimo ci guadagnerebbero tutti, anche lo Stato

Il salario minimo deve essere introdotto al più presto e a guadagnarci sarebbe anche lo Stato. Ne è convinto Pasquale Tridico, economista dell’Università Roma Tre ed ex presidente dell’Inps, che in un’intervista a La Stampa parla di una “riforma necessaria”, che porterebbe l’occupazione ad aumentare e, inoltre, “lo Stato avrebbe solo da guadagnare: tra maggior gettito e minori sussidi parliamo di 1,5 miliardi l’anno”.

Tridico sottolinea anche che le pensioni, con l’introduzione del salario minimo, “possono aumentare per molti lavoratori del 10%”. In sostanza, una scelta del genere porterebbe solo vantaggi, da ogni punto di vista. E oggi introdurre il salario minimo è urgente dopo quanto emerso, dal punto di vista della questione salariale, “negli ultimi due anni, alla luce dell’inflazione”.

Perché serve il salario minimo

L’ex presidente dell’Inps spiega che “la crisi pandemica ha inasprito disuguaglianze e povertà”: dopo 30 anni in cui “i salari reali medi sono diminuiti del 2,9% a fronte di un aumento della produttività rapporto tra fatturato e orario di lavoro, cresciuta del 12%”. A giudizio di Tridico, inoltre, il salario minimo è “necessario” anche perché “la contrattazione nel frattempo si è indebolita” e ormai siamo di fronte a una”corsa al ribasso dei compensi”. 

I vantaggi del salario minimo secondo Tridico

Introducendo il salario minimo, magari così come proposto dalle opposizioni, ci sarebbero diversi vantaggi. Per esempio “i contratti pirata verrebbero fortemente indeboliti”. Peraltro, sottolinea Tridico, ci sono “contratti cattivi senza essere pirata”, come nel caso della logistica, del turismo e della ristorazione, sottolinea. E poi, come dimostrano i Paesi in cui il salario minimo esiste,  lì “la contrattazione ha continuato a essere forte e i salari tendono ad aumentare, anche ai livelli più bassi”.

L’esempio a cui fa riferimento è quello della Germania, dove il salario minimo esiste dal 2015: prima era a 9 euro l’ora, ora a 12 e potrebbe salire addirittura a 14: “La dinamica è positiva per i lavoratori e “incoraggia anche una contrattazione per un trattamento economico maggiore anche sul fronte di mensilità aggiuntive, del welfare, della formazione, dei permessi”. Ancora, questa misura farebbe diminuire le disuguaglianze: secondo i calcoli che ha fatto Tridico, “l’indice di Gini calerebbe di 1,5 punti”. In più non è un costo per lo Stato, “anzi comporta maggiore gettito e minori sussidi”, con un guadagno di 1,5 miliardi l’anno per la finanza pubblica. 

Cosa cambierebbe per le pensioni

Tridico spiega anche di aver effettuato, quando ancora era presidente dell’Inps nelle scorse settimane, alcune simulazioni sugli effetti del salario minimo sulle pensioni: con il limite fissato a 9 euro, “a tutti quelli che stanno sotto questa soglia le pensioni aumenterebbero del 10%”. E i vantaggi maggiori sarebbero soprattutto per donne e lavoratori nati dopo il 1980 che hanno iniziato a lavorare più tardi. Infatti le paghe sotto i 9 euro riguardano “per il 38% gli under 35 e il 16% tra quelli più anziani. Tra le donne il lavoro povero è al 26% contro il 21% degli uomini”.