Il pronto soccorso di Frosinone e l’intera Asl sarebbero al collasso. A raccontarcelo sono gli operatori ed i sindacati come la Cgil che ancora una volta devono far fronte ad una cattiva gestione delle risorse per la sanità pubblica che non ha investito nel personale, nonostante fosse previsto che in estate la situazione sarebbe peggiorata.
Una cura, quella di Rocca, che ha assegnato i fondi ai privati, lasciando in difficoltà le strutture pubbliche soprattutto quelle di provincia che a quanto sembra non sono state considerate nel piano romano centrico del Governatore.
Al pronto soccorso di Frosinone carenza di personale e pazienti psichiatrici legati ai letti
“Ieri notte – racconta un operatore sanitario – due pazienti psichiatrici trasportati dal 118 sono stati tenuti nella stanza del pronto soccorso per i pazienti pediatrici, con mezzi contenitivi perché il personale di pronto soccorso è impreparato a gestirli e per qualsiasi necessità come ad esempio anche liberarli per mandarli al bagno, dovrebbero attendere l’infermiere psichiatrico che non c’è. Inoltre se arriva un politrauma non abbiamo ortopedia. Quindi o lo trasportano ad Alatri o Sora o Cassino”.
“Questa (nella foto sotto, ndr) è una chiave per slegare il malato contenuto, ma non sappiamo nemmeno come funziona. In medicina ci sono solo 4/5 medici anche il primario sta facendo i turni, il direttore sanitario del polo ha dato la disposizione ai medici del pronto soccorso di non ricoverare i malati nei reparti di medicina dopo le ore 20”.
La denuncia della Cgil: “Gli effetti della ‘cura Rocca’ sulla sanità a Frosinone stanno avendo effetti devastanti”
“Trascorsi i primi 100 giorni, gli effetti della “cura Rocca” sulla sanità della provincia di Frosinone stanno avendo effetti devastanti. Negli incontri – afferma Giancarlo Cenciarelli di Fp Cgil Roma e Lazio – ha sempre dichiarato che vorrebbe ridurre i costi della sanità romana per rilanciare le ASL delle province. Ad oggi l’unico rilancio che abbiamo visto è stato quello di alcune strutture private che hanno beneficiato dei fondi pubblici per aprire nuovi posti letto”.
“Per la sanità pubblica assistiamo solo a tagli – prosegue il sindacalista -. Non sono stati avviati concorsi, quelle poche assunzioni che si stanno facendo sono quasi esclusivamente a tempo determinato. Non vengono attivate le reinternalizzazioni dei servizi. Non si sta neanche riconoscendo, ai lavoratori del comparto, l’attribuzione di risorse incentivanti, risorse che sono state destinate, ad oggi, solo ai medici, non riconoscendo che il servizio si regge sul lavoro di equipe, in cui dirigenza e comparto lavorano assieme”.
“Ma la cosa più paradossale – va avanti Cenciarelli – è che i tagli stanno distruggendo la sanità soprattutto nella provincia di Frosinone. Psichiatria e nefrologia sono stati chiusi allo Spaziani, l’ospedale del capoluogo, malattie infettive è prossimo alla chiusura e gli alti reparti sono in gran parte in sofferenza. Invece di trasformarlo in Dea di secondo livello, oggi vediamo il Pronto soccorso del capoluogo ciociara che sta regredendo a poco più di un punto di primo intervento”.
“Un dramma per gli abitanti di una provincia di quasi mezzo milione di abitanti che si appresta a tornare – aggiungono dalla Fp Cgil -, in tema di sanità, ai tempi della Polverini quando, per accedere alle cure, bisognava fare riferimento alle strutture pubbliche e private di Roma, dal PTV, all’Umberto primo ed al Casilino, anche perché la mancanza di una viabilità dignitosa rende impraticabile l’ipotesi che il Dea del Goretti di Latina possa dare risposte vere ai bisogni della provincia di Frosinone”.
Cgil: “I cittadini del Lazio hanno diritto ad avere accesso alle cure, senza dover affrontare viaggi della speranza o doversi rivolgere a strutture private”
“I cittadini del Lazio – conclude Giancarlo Cenciarelli – hanno diritto, tutti, ad avere accesso alle cure, senza dover affrontare viaggi della speranza o doversi rivolgere a strutture private. Questa giunta Regionale deve invertire subito la rotta che ha imboccato, altrimenti, come sindacato, attiveremo le nostre forme di protesta, chiamando e sensibilizzando i cittadini che, da utenti, sono le prime vittime”.
Ma la direzione della Asl precisa e smentisce tutto
“La ricostruzione fatta dal quotidiano La Notizia nell’articolo pubblicato oggi è imprecisa e merita alcuni chiarimenti” afferma in una nota il direttore generale Asl di Frosinone, Angelo Aliquò. “La scorsa notte sono giunti al Pronto soccorso di Frosinone due pazienti in agitazione psicomotoria – scrive ancora -. Uno, intorno alle 2.30, extracomunitario (ghanese) con abuso di droghe. L’altro, intorno alle 3, affetto da schizofrenia. Sono stati prontamente assistiti dal personale del Pronto soccorso di Frosinone. Dopo pochi minuti, hanno effettuato consulenza psichiatrica (erano presenti in PS sia gli infermieri del SPDC che lo psichiatra) con indicazione a terapia medica e contenzione fisica in attesa di osservazione successiva ed eventuale ricovero”.
“I pazienti sono stati portati in un locale idoneo – aggiunge Aliquò -, separato dalle sale, e assistiti da due infermieri psichiatrici. Questa mattina, poi, hanno continuato l’iter terapeutico (nessuno dei due è stato sottoposto a TSO). Il primo paziente è stato affidato ai servizi sociali, l’altro (già noto) al DSM che lo ha già in carico. Si precisa, inoltre, che nessuna contenzione viene effettuata se non espressamente prescritta dal medico che ha in carico il paziente e secondo precise procedure in uso in ogni struttura sanitaria. Infine, c’è un’ulteriore precisazione da fare: contrariamente a quanto si legge nel medesimo articolo, non abbiamo mai chiuso il reparto di Nefrologia”.