Nuovo colpo alla ‘ndrangheta: 68 arresti e sequestrati beni per 5 milioni di euro

La Dda di Catanzaro ha colpito con 68 arresti il clan della 'Ndrangheta Abruzzese, storicamente egemone nella Sibaritide.

Nuovo colpo alla ‘ndrangheta: 68 arresti e sequestrati beni per 5 milioni di euro

Ci sono capi e gregari del clan Abruzzese fra le 68 persone destinatarie di misure cautelari eseguite da Polizia e Carabinieri, stamane, a Cassano allo Ionio ed in altri centri della provincia di Cosenza. L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri (nella foto), colpisce il clan della ‘Ndrangheta storicamente egemone nella Sibaritide.

La Dda di Catanzaro ha colpito con 68 arresti il clan della ‘Ndrangheta Abruzzese, storicamente egemone nella Sibaritide

Nell’ambito della stessa indagini è stato compiuto anche un sequestro per un valore di circa 5 milioni di eurp. In particolare, i Carabinieri del Reparto Operativo Nucleo Investigativo – Comando Provinciale di Cosenza, il personale delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare nei confronti di 68 indagati.

Sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle finalità mafiose, oltre che di altri delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Contestualmente i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza hanno dato esecuzione al sequestro preventivo disposto del Gip di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, di beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari, per un valore stimato di circa 5 milioni di euro.

Sequestrati beni per 3,5 milioni di euro a un imprenditore reggino operante nel settore del commercio dei carburanti

E beni, per un valore complessivo stimato in circa 3,5 milioni di euro, sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza a un imprenditore reggino operante nel settore del commercio dei carburanti. In particolare, l’associazione – di cui secondo la Dda di Reggio Calabria avrebbe fatto parte, con il ruolo di capo promotore, l’imprenditore – avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo tra queste due estremità della catena una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali – con lo scopo di evadere le imposte in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle citate dichiarazioni di intento.

Nel corso dell’operazioni i militari della Guardia di Finanza hanno rinvenuto oltre 2 milioni in contatti, le banconote erano suddivise in mazzette avvolte nel cellophane e occultate in due valigie nascoste in un garage nella disponibilità dello stesso imprenditore reggino.