Il tavolo sui migranti in Ue salta. E la colpa è dei leader sovranisti, quelli alleati del governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Sono infatti stati i premier di Polonia e Ungheria, Mateusz Morawiecki e Viktor Orban, a bloccare l’intesa sul patto sui migranti. A loro le regole proposte non piacciono e, in particolare, sono contrari alla ricollocazione obbligatoria o alla compensazione economica a carico dei Paesi che si oppongono.
Niente intesa, quindi, con Meloni tradita dai suoi alleati. Si rompe l’asse dei Conservatori, con Meloni che si oppone alla linea di Polonia e Ungheria. Meloni ha provato a mediare, ma è rimasta insieme alla maggioranza dell’Ue e non è riuscita a convincere i suoi alleati.
Cosa chiedono Polonia e Ungheria sui migranti
Per Morawiecki e Orban bisogna modificare il regolamento già varato, introducendo il principio dell’unanimità. Le conclusioni del vertice europeo sul tema migranti, quindi, sono state bloccate. I due Paesi avevano già votato contro un progetto di legge sul tema presentato dalla Commissione.
La discussione sui migranti riprenderà oggi, nella seconda giornata dei lavori, in cui si parlerà anche e soprattutto di rapporti con la Cina. Sull’immigrazione non c’è solo il pacchetto sulla redistribuzione, ma anche un progetto di modifica del bilancio comunitario presentato dalla Commissione, con il quale si propone di aumentare la spesa sul tema.
Per Orban è inaccettabile che l’Ue voglia stanziare 50 miliardi di euro di aiuti aggiuntivi all’Ucraina mentre “continua a trattenere i fondi dall’Ungheria e dalla Polonia del prestito congiunto”. “Invece di fermare l’immigrazione illegale, Bruxelles vuole spendere altri miliardi per sistemare i migranti illegali in Europa”, aveva attaccato il premier ungherese.
L’accordo europeo sull’immigrazione
Secondo l’accordo preliminare raggiunto a Lussemburgo, gli Stati membri verrebbero obbligati ad accogliere un determinato numero di richiedenti asilo che arrivano in Ue. E se non li accettassero, dovrebbero versare un contributo finanziario pari a 20mila euro per ogni rifugiato non accolto. L’Italia è a favore di questa intesa, che permetterebbe a Roma di dover accogliere meno migranti che sbarcano in territorio italiano.