Una sfida apparentemente marginale, nella seconda Regione più piccola d’Italia e con soli 300mila abitanti circa. Ma in realtà le elezioni regionali in Molise del 25 e 26 giugno nascondono una partita ben più interessante, con un nuovo tentativo di campo progressista (e non largo, come viene sottolineato) tra Movimento 5 Stelle e Pd.
Il presidente uscente Donato Toma non è stato ricandidato e la sfida sarà tra il centrodestra e il candidato unitario di pentastellati e dem. Una sfida complicata, con l’ondata di centrodestra che nel 2023 ha già visto le nette vittorie in Lazio, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Dopo la prima giornata di voto l’affluenza è bassa: alle ore 23 ha votato solamente il 33,99% degli aventi diritto, in netto calo rispetto al 2018: in quel caso eravamo al 52,17%, ma si votava in un solo giorno e il dato del 52% è quindi quello definitivo della scorsa tornata elettorale.
Le elezioni regionali in Molise, la sfida
Si vota per il rinnovo del consiglio regionale e per l’elezione del nuovo presidente. La giunta uscente è di centrodestra, sostenuta dalla coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Al posto di Toma, dopo un’aspra discussione interna al centrodestra (e a Fi) si è scelto di candidare Francesco Roberti, sindaco di Termoli dal 2019 e presidente della provincia di Campobasso.
Roberti sarà sostenuto dalla stessa coalizione di centrodestra, a cui si aggiungono anche Unione di centro, Popolari per l’Italia e alcune liste civiche. In più c’è Italia Viva, che non ha una propria lista, ma ha annunciato di essere schierata con Roberti. Tanto che il coordinatore regionale del partito, Donato D’Ambrosio, è candidato in una lista a supporto di Roberti.
Per il campo progressista il candidato è Roberto Gravina, sindaco di Campobasso pentastellato: è sostenuto dal Movimento, dal Pd, ma anche da Verdi-Si, Socialisti e liste civiche. C’è anche un terzo candidato, “né di destra né di sinistra”: Emilio Izzo è appoggiato dal Movimento politico di salvezza pubblica per la lista Io non voto i soliti noti.
Le regole: come si vota alle elezioni regionali in Molise
Alle elezioni del 25 e 26 giugno verranno eletti 20 consiglieri regionali, all’interno di una sola circoscrizione elettorale nell’intero territorio regionale. Viene eletto presidente il candidato con più voti e le liste a lui collegate otterranno almeno 12 seggi. Per l’elezione in Consiglio regionale, una lista o coalizione deve ottenere almeno l’8% dei voti. Si vota con un’unica scheda e non è previsto il voto disgiunto.
Si può votare o solamente il candidato alla presidenza, o solamente una lista e in quel caso va anche al candidato presidente collegato, o un candidato consigliere esprimendo la preferenza e il voto va anche alla lista e al candidato presidente.
Il campo progressista: Conte e Schlein chiamati alla prova elettorale
Le elezioni in Molise, come detto, sono ritenute interessanti soprattutto per un motivo: per la prima volta in una Regione il Pd e i 5 Stelle sono alleati sostenendo un candidato pentastellato. La scelta di Gravina, in realtà, non è stata semplice, soprattutto all’interno del Movimento: innanzitutto perché non ha terminato il suo mandato da sindaco di Campobasso (e ha quindi sbugiardato la linea 5S sul tema) e poi perché non poche polemiche ha causato il balletto sul nome del giornalista Domenico Iannacone, la cui candidatura alla fine è sfumata.
Per Giuseppe Conte ed Elly Schlein l’alleanza in Molise è una prima prova d’intesa. Un tentativo di avvicinamento che segue la manifestazione del 17 giugno dei 5 Stelle a cui ha partecipato (non senza polemiche) la segretaria del Pd. Conte e Schlein si sono incontrati a Campobasso, in un bar, e con loro c’erano anche Gravina e il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
Non c’è stato un comizio insieme, ma un incontro per avviare un lavoro con un vero “spirito di squadra”, come ha detto Conte. Dalla segretaria dem sono arrivate più volte aperture ai 5 Stelle di recente. Finora la risposta di Conte è stata timida, anche se nelle ultime ore ha parlato di un dialogo “quasi naturale” con il Pd. Soprattutto su alcuni temi come il salario minimo. L’esito della sfida in Molise darà una prima indicazione a Conte e Schlein, con l’intento di provare a ricostruire un campo comune.