Sono passati esattamente 40 anni. Era infatti il 22 giugno del 1983 quando Emanuela Orlandi, una ragazza di soli 15 anni, scomparve. Oggi, a 40 anni di distanza, si indaga ancora. E proprio in queste ore una possibile svolta investigativa è stata annunciata dall’Ufficio del Promotore di giustizia del Vaticano.
Nulla di concreto, ancora. Ma novità nelle indagini che potrebbero portare a risultati reali, forse. L’Ufficio vaticano ha raccolto “tutte le evidenze reperibili nelle strutture del Vaticano della Santa Sede”, provando anche a verificare tutte le informazioni trovate parlando con i responsabili di alcuni uffici all’epoca dei fatti. Ora tutta questa documentazione è stata trasmessa alla procura di Roma.
Le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: novità “meritevoli di approfondimento”
L’Ufficio ha esaminato il materiale e ha confermato “alcune piste di indagine meritevoli di ulteriore approfondimento“. Tutta la documentazione è stata trasmessa, nelle scorse settimane, alla procura di Roma, in modo che “possa prenderne visione e procedere nella direzione che ritiene più opportuna”, fa sapere l’Ufficio del promotore di giustizia del Vaticano. Il promotore “proseguirà la sua attività in questo senso nei mesi a venire”, viene aggiunto.
Caso Orlandi, 40 anni di indagini
Emanuela Orlandi, figlia di un commesso vaticano, è scomparsa esattamente 40 anni fa, quando aveva 15 anni. Le indagini si sono riaperte decine di volte da allora, con nuovi elementi spuntati anche negli ultimi mesi. Sul caso indagano sia la procura vaticana che quella di Roma, mentre in Parlamento si dibatte sull’ipotesi di aprire una commissione d’inchiesta.
Dopo i primi mesi (e anni) di ricerche andate a vuoto, le indagini sembravano essersi arenate, nonostante la famiglia Orlandi (e soprattutto il fratello Pietro) non abbiamo mai smesso di cercare la verità. Il caso si è riaperto nel luglio del 2005, quando una telefonata anonima, arrivata alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?‘, invitava a cercare chi è sepolto nella basilica di Sant’Apollinare per risolvere il caso: si scopre che c’è Enrico De Pedis (noto come Renatino), uno dei boss della Banda della Magliana.
Si aprono nuove indagini, viene rivelato dall’ex amante di De Pedis che Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa. Non ci sono però riscontri. Nel 2012 viene aperta la tomba di De Pedis, ma non si trova nulla di rilevante ai fini di questo caso. Poi si torna anche sulla pista legata ad Alì Agca, l’uomo che aveva attentato alla vita di Papa Wojtyla nel 1981. Ma è un altro buco nell’acqua.
Si ipotizza che Emanuela fosse stata portata a Londra, anche dopo la scoperta di alcuni documenti vaticani. Nel 2019 vengono aperte due tombe del cimitero teutonico all’interno della Santa Sede, ma anche in questo caso non si trova alcun elemento. Arriviamo al 2023, con il Vaticano che apre una propria indagine. Dalla quale si attendono sviluppi, con gli atti trasmessi ora anche alla procura di Roma.