A due mesi dall’insediamento della sua giunta il governatore Attilio Fontana ha illustrato ieri nell’aula del consiglio regionale le linee fondamentali del Programma regionale di sviluppo sostenibile (Prss), il principale documento di programmazione dell’Ente, che individua gli obiettivi ritenuti strategici per i prossimi cinque anni.
Il governatore lombardo Fontana presenta il Prss. M5S e Pd all’attacco: spariti il pubblico e la transizione green
Il Prss è strutturato su sette pilastri che rappresentano i principali riferimenti delle future politiche regionali e istituzionalizza il programma elettorale del Presidente Fontana e del centrodestra. Il documento di programmazione è stato duramente contestato dalle opposizioni, che hanno votato contro. Per Onorio Rosati, di Alleanza Verdi Sinistra e Reti Civiche in Lombardia, “le misure previste non vedono al centro la sanità pubblica, la transizione ecologica, la scuola pubblica, la qualità del lavoro e il trasporto pubblico. Tra le oltre 300 pagine del Prss non c’è traccia di una visione che provi a dare risposte a queste problematiche”.
Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Nicola Di Marco, annunciando il voto contrario ha trovato “surreale che in trecento pagine di documento, di fronte alle crisi economica, ambientale, abitativa e dei servizi sanitari regionali, il centrodestra non sia riuscito a inserire nemmeno dieci obiettivi concreti”, definendo il Prss “un documento di rara vacuità, paragonabile solo al programma enunciato dal Presidente al suo insediamento”.
Un documento, per Di Marco, “che non fa nulla per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, che parti della maggioranza ancora negano; che si inventa definizioni che sono la contraddizione di loro stesse come: “agricoltura intensiva sostenibile”, che persegue il modello “Lombardia pattumiera d’Italia” con l’importazione di rifiuti da tutto il Paese, per mantenere attivi gli inceneritori; che non fa nulla per contenere il consumo di suolo per il quale la Lombardia è maglia nera, anzi insiste su fallimentari colate di cemento quali Pedemontana, che vorremmo vedere accantonata in favore di opere per la mobilità sostenibile, o a favore di provvedimenti come il trasporto pubblico gratuito per studenti e giovani; che non interviene sul tema della precarietà e del lavoro”.
Del Bono: “Nel Prss il Pnrr non esiste”
Emilio Del Bono, consigliere regionale del Pd e vicepresidente d’Aula ha puntato su ritardi e inefficienze della Regione Lombardia sul Pnrr: “Nel Prss il Pnrr non esiste, tranne pochi riferimenti laddove ci sono cofinanziamenti. Mi colpisce perché mentre sulla programmazione europea 2021-2027 si parla in modo dettagliato dei circa 3 miliardi e 600 milioni di euro che la Regione utilizzerà nei prossimi anni, nulla si dice dei 2 miliardi e 600 milioni che già oggi sono oggetto di progettazione da parte di Regione come soggetto titolare e attuatore degli interventi”.
A questo, ha detto ancora Del Bono, “si aggiunge il ritardo da parte di Regione Lombardia che non ha ancora caricato i dati su Regis (la piattaforma unica su cui si fanno le operazioni relative al Pnrr, ndr). Secondo qualcuno non funziona, ma è l’unico portale che oggi esiste”. “Non vorremmo che il ritardo sull’utilizzo delle risorse, in particolare sanitarie, cioè riferite a case di comunità, ospedali di comunità, a risorse mirate, sia a causa di tensioni interne. Ma monitorare è importante e soprattutto arrivare in ritardo non può che causare danni, considerato che le cosiddette milestone (i traguardi di percorso, ndr) obbligano i progetti ad avere cronoprogrammi ben definiti, coerenti, con scadenze indicate, con soggetto titolare e attuatore molto chiaro. E in Regione Lombardia siamo molto lontani da questo”, ha concluso l’ex sindaco di Brescia.