Ancora uno scontro sul Mes in Parlamento. Si accende il confronto tra maggioranza e opposizione sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità in commissione Esteri alla Camera. Soprattutto dopo il parere espresso dal ministero dell’Economia che non boccia il Mes. Anzi. La nota si spinge a dire che la riforma può essere percepita come un “segnale di rafforzamento della coesione europea”, portando così a una “migliore valutazione del merito di credito degli Stati aderenti”.
In sostanza la riforma del Mes non va nella direzione di una ristrutturazione del debito né aumenta il rischio percepito dai mercati sui titoli di Stato italiani. La valutazione richiesta dal presidente della commissione di Montecitorio, Giulio Tremonti, non ha quindi dato buone notizie al governo, che sperava di trovare un pretesto per rinviare la discussione sulla ratifica del fondo salva-Stati che continua a dividere la maggioranza.
Il Mef conferma: con la ratifica del Mes nessun rischio
Nel documento del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti vengono spiegati alcuni elementi effettivamente già noti. Come il fatto che le agenzie di rating “conferiscono al Mes la tripla A”, mentre i nostri Btp hanno la tripla B, un valore ben lontano da quello del Meccanismo europeo di stabilità. Inoltre, il Mef sottolinea che dalla ratifica “non discendono nuovi o maggiori oneri” per la finanza pubblica e non si presuppone un “peggioramento del rischio”.
Smontando le ragioni del No al Mes, il ministero fornisce un assist alle opposizioni. Con il Pd e Italia Viva che ritengono che ora non ci siano più scuse per rinviare ulteriormente la ratifica. Per Piero De Luca (Pd), la nota dimostra che “la ratifica conviene all’Italia”. Per esaminare la lettera del Mef la commissione si è presa 24 ore. Il Mes è atteso in Aula a Montecitorio il 30 giugno, ma la maggioranza è ancora divisa e vorrebbe prendere tempo.