Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, potrebbe secondo fonti consultate da La Notizia rassegnare le dimissioni da presidente della Croce Rossa Internazionale (Ifrc). Una decisione che, se confermata, arriverebbe dopo le numerose critiche sollevate verso il doppio ruolo di politico e di vertice dell’associazione umanitaria rivestito dal presidente della Regione nonostante l’espresso richiamo alla “neutralità” presente nello statuto della Ifrc. Un ruolo, quello politico, che Rocca ha definito tecnico.
Il governatore del Lazio Rocca nega il conflitto d’interessi. Ma ora medita le dimissioni dalla Croce rossa internazionale
Ma dopo le ultime uscite sul Roma Pride e sul “fascismo degli antifascisti” ha destato ancora più perplessità il rispetto della dichiarata neutralità ideologica richiesta dalla Croce Rossa Internazionale. Senza contare gli impegni che in qualità di presidente della Ifrc gravano sul Rocca presidente del Lazio, che nei giorni scorsi ha preso parte alla 14° Conferenza Mediterranea delle 22 Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa che si è svolta al Cairo, in Egitto.
Sulle eventuali dimissioni abbiamo chiesto informazioni all’ufficio stampa di Ginevra della Croce Rossa Internazionale: “Io non ne so nulla, è già tornato dall’Egitto e mi sembra che abbia anche da fare varie cose in Italia”, ci hanno risposto dall’ufficio stampa. Ma quali cose? “Per quanto riguarda le “cose in Italia”, mi scusi se non sono stato chiaro, ma mi riferivo ad impegni pubblici come presidente della regione o almeno così ho visto nel suo account Twitter della regione”.
E mentre in Italia Rocca ha da fare delle cose, come ci fa notare il suo collaboratore della Ifrc, abbiamo cercato di contattare in Spagna anche il presidente della Croce rossa Javier Senent Garcia per avere degli aggiornamenti sul caso Rocca. Garcia come avevamo anticipato a marzo aveva espresso il suo dissenso verso il ruolo di Rocca di presidente della Croce rossa internazionale in quanto minerebbe “i processi stabiliti dalla nostra Costituzione e potrebbe creare divisione all’interno del nostro Movimento”.
Rocca, in ogni caso, ha smentito l’esistenza di qualsiasi presunto conflitto di interessi dopo aver chiesto “alla segretaria generale” della Croce rossa internazionale “di fare una valutazione sulla base dei nostri testi statuari così da ottenere una consulenza legale (…) prima che accettassi la candidatura” a presidente del Lazio. Ebbene la risposta sarebbe stata positiva in quanto “legalmente non ci sono divieti chiari nei testi statuari, nelle norme elettorali, nel manuale del Consiglio e nemmeno all’interno del Codice di condotta del consiglio di amministrazione”.
Una risposta che non ha chiuso il caso. Anzi ha convinto subito dopo anche il presidente della Croce rossa argentina, Diego Tipping, a prendere carta e penna per scrivere un’altra lettera di fuoco di cui La Notizia aveva scritto. Nel testo si ribadiva “pieno sostegno” e che la sua ambizione personale nel voler mantenere entrambe le posizioni che sono assolutamente incompatibili” tra loro “per la natura di entrambe le istituzioni e per il grande carico di lavoro richiesto”.
Ma l’affondo più duro è quello sul parere chiesto da Rocca all’ufficio legale. Secondo Tipping “è falso che durante questo processo il signor Rocca abbia ottenuto adeguata consulenza circa il presunto conflitto di interesse” perché si sarebbe rivolto “soltanto a persone che direttamente o indirettamente dipendono dalla Segreteria”.