“Sono nuovi treni efficaci e green e soprattutto che riducono quei ritardi che ogni tanto si verificano”. Per Franco Lucente (FdI), assessore ai trasporti e alla mobilità sostenibile, a quanto pare, i ritardi dei convogli Trenord “si verificano ogni tanto”, un’affermazione che andrebbe girata ai pendolari che utilizzano quotidianamente il gestore del trasporto passeggeri su rotaia in Lombardia.
Chissà se concorderebbero, visto che, secondo Letizia Moratti, ex vicepresidente della Regione nella scorsa legislatura, non certo un’agguerrita leader di uno dei tanti comitati pendolari, sarebbero “più di 2mila i treni soppressi ogni mese, 2.300 con ritardi superiori ai 15 minuti”. Lo stato maggiore di Trenord e Ferrovie Nord Milano, presenti il presidente Attilio Fontana e gli assessori Lucente e Claudia Maria Terzi (Infrastrutture, Lega), ieri hanno presentato in pompa magna alla stazione Cadorna l’entrata in servizio del treno numero 111, acquistato da FNM e Ferrovienord attraverso lo stanziamento di Regione Lombardia di 1,7 miliardi di euro. Centoundici nuovi treni, destinati a diventare 222 entro il 2025.
“Questi treni sono stati promessi nel 2017 e il centrodestra li annuncia ogni volta come se fossero una novità”, dice Paola Pollini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, “ne mancano ancora 111, esattamente la metà, ci auguriamo non programmino altre 111 inaugurazioni in pompa magna (chi paga?), al solo scopo di ripetere quello che noi pendolari aspettiamo da anni”. “Spiace notare”, aggiunge l’esponente M5S, “che parlano ancora di treni per le tratte non elettrificate. In piena crisi climatica ancora siamo costretti a comprare treni non alimentati a energia elettrica, ci sarebbe da piangere altro che festeggiare”.
“Dedicassero lo stesso impegno che mettono negli annunci e nelle conferenze stampa a vigilare sulla qualità del servizio, probabilmente non saremmo costretti a subire ritardi, disservizi e cancellazioni quotidiane”, chiosa la consigliera pentastellata. “Alla buon’ora!”, commenta il capodelegazione Pd in commissione trasporti del Consiglio regionale Simone Negri, “sono treni acquistati ai tempi di Roberto Maroni per ovviare ai continui guasti di convogli vecchi di quarant’anni. Sono passati anni da allora, anni di disagi quotidiani per i pendolari, ma quel che è peggio è che oggi, con i treni nuovi e performanti e con meno corse di allora, perché con l’arrivo di Fontana cinque anni fa ci sono stati diversi tagli alle corse, paradossalmente la puntualità è diminuita. Un bilancio, quello della giunta Fontana, nettamente negativo, eppure è di queste settimane la notizia che la giunta di centrodestra sta per riconfermare per dieci anni la stessa gestione, senza alcuna gara, pagandola di più e prospettando un aumento delle tariffe, entro il 2033, del 40%. Una situazione che ha dell’incredibile”.
patti chiari
Federico Del Prete, responsabile Mobilità e Spazio Pubblico di Legambiente Lombardia, ritiene “positiva la nuova dotazione di materiale rotabile prevista da Regione sulla rete ferroviaria lombarda, se rispetterà i tempi indicati e se sarà valorizzata da interventi infrastrutturali soprattutto sulle linee, sempre annunciati ma mai realizzati, come i raddoppi dei binari”.
“Le soppressioni delle corse”, aggiunge Del Prete, “non sono solo dovute alla vetustà del materiale rotabile ma anche alle strategie: un ulteriore snodo politico da affrontare dovrebbe essere l’aggiornamento del PRMT (Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti), fermo a un 2016 pre-pandemico e lontano dagli obiettivi previsti, con un profondo ripensamento sulla priorità fin qui data alla motorizzazione indiscriminata”.